TERAMO – Martedì 11 maggio 2021 il Tavolo Tecnico per il Sondaggio deliberativo ha avuto ospite la prof.ssa Maria Piera Sette, già docente di restauro a La Sapienza di Roma e titolare di vari corsi di specializzazione. Il tema al centro dell’incontro era quello dell’integrazione tra antico e contemporaneo, sintetizzato nel titolo che la prof.ssa Sette ha dato alla sua relazione: Frammenti della città antica e spazi della città attuale: questioni di integrazione. In collegamento streaming hanno seguito l’incontro illustri studiosi di restauro e di Storia dell’architettura, che voglio qui ringraziare per la loro presenza: il Prof. Tommaso Scalesse, per molti anni Preside della facoltà di Architettura e Direttore del dipartimento di Storia dell’architettura e dell’Urbanistica all’Università D’Annunzio Di Chieti-Pescara, la Prof.ssa Maria Grazia Turco, docente a La Sapienza, l’Arch. Sonia Gallico, specializzata in restauro dei monumenti che si è occupata degli scavi di Ostia Antica, il Prof. Santiago Tormo Esteve dell’Università di Valencia. Ha partecipato anche, intervenendo nel dibattito, il progettista dell’intervento sul teatro romano, Arch. Bellomo.
Questo parterre così prestigioso e qualificato è, a mio parere, il miglior riscontro della qualità del lavoro che il Tavolo Tecnico sta svolgendo e della sua credibilità; il che, ovviamente, ci conferma nella volontà di proseguire al meglio il nostro iter, certi di offrire alla città un percorso culturale che potrà costituire una valida base per ogni intervento urbano.
Dopo i saluti del prof. Carlo Di Marco, presidente di Demos, in qualità di coordinatrice del tavolo Tecnico ho introdotto il tema del dibattito con riferimento alle vicende storiche ed architettonica di Teramo e dell’area in esame. Maria Piera Sette ha evidenziato, nella sua magistrale relazione, tutti gli elementi di complessità degli interventi di restauro urbano”: illustrando importanti esempi quali il portico di Ottavia e il Mausoleo di Augusto a Roma e la piazza Toscano a Cosenza, ha posto in rilievo le problematiche presenti in ogni intervento su aree dove la presenza dell’antico deve coniugarsi con le esigenze della contemporaneità. E, dunque, ha parlato dei rischi presenti in interventi di questo genere: la prevaricazione dell’antico sul meno antico o sul nuovo o, al contrario, la prevalenza spesso troppo evidente e voluta, del segno contemporaneo su un contesto antico; la necessità di una interrelazione tra azioni conoscitive e innovative, l’indispensabile ricerca di un equilibrio tra antico e moderno, tra tutela e sviluppo, tra conservazione e trasformazione, tra archeologia e architettura. La soluzione a tutto questo, ha affermato la prof.ssa Sette, si può trovare solo attraverso la centralità del progetto. Un progetto interrelato che attraverso un linguaggio appropriato riesca a far convivere tutti gli elementi di contraddizione inevitabilmente presenti in aree complesse, creando, appunto, un dialogo tra tutte le parti: lacerti antichi e segni contemporanei, frammenti di epoche diverse, temporalità diversificate e sovrapposte, in definitiva conservazione e innovazione.
Assai interessante il dibattito che ha fatto seguito alla relazione: l’Arch. Bellomo ha puntualizzato alcuni aspetti del suo progetto nell’ottica dei temi trattati dalla Prof.ssa Sette; l’Arch. Stampatori e il prof Carlos Cacciavilani hanno portato all’attenzione della Prof.ssa alcuni possibili elementi di riqualificazione dell’area in esame ed alcune specifiche questioni inerenti i reperti romani e i loro rapporto con la Città.
Al termine degli interventi ho evidenziato, in una breve sintesi conclusiva, tutti gli elementi emersi nel dibattito, riportando al centro dell’attenzione l’area in esame cui dovremmo restituire innanzitutto identità e poi qualità a prescindere dalla presenza del Teatro romano con cui l’area stessa dovrà necessariamente dialogare ma senza rassegnarsi ad esserne puro e semplice contorno.
di Maria Antonietta Adorante – Coordinatrice del Tavolo Tecnico del Sondaggio Deliberativo per la riqualificazione dell’area archeologica del Teatro romano