Da 15 mesi solo lui lo grida: vaccini per tutti, “siamo tutti fratelli”. Da 15 mesi insiste in ogni occasione: vaccini per tutti, “siamo tutti fratelli”. Non è necessario dire chi è. Lo sappiamo tutti.  Rompendo la tradizione buonista anche nel discorso di Natale disse “I vaccini ci sono: bene, distribuiteli. Gratis. A tutti, iniziando dai più deboli”,  seguito dalla benedizione Urbi et Orbi. A Roma e al Mondo, dove tutti ugualmente figli dell’unico Padre. È il passo logicamente successivo all’aver enunciato, non più tardi dello scorso ottobre, che c’è bisogno di una nuova fratellanza. Se lo si pensa veramente, si agisca di conseguenza. Senza infingimenti.

Più chiari di così non è possibile essere, il Papa usa toni quanto mai limpidi. Troppo spesso ha sentito parlare di precedenze sulla base della cittadinanza, e sempre da parte di uomini e donne del mondo ricco e sviluppato. Deve avvenire il contrario, gli ultimi devono essere i primi, occorre essere disponibili, generosi e solidali, specialmente verso le persone più fragili, i malati e quanti in questo tempo si sono trovati senza lavoro o sono in gravi difficoltà per le conseguenze economiche della pandemia. In questo momento storico, segnato dalla crisi ecologica e da gravi squilibri economici e sociali, aggravati dalla pandemia del coronavirus, abbiamo più che mai bisogno di fraternità. E Dio ce la offre donandoci il suo Figlio Gesù: non una fraternità fatta di belle parole, di ideali astratti, di vaghi sentimenti. La sfida è globale e universale, e non fa differenza di censo o di posizione sociale. Uguale sia la risposta: non conta chi ha, ma chi ha bisogno. Di fronte a una sfida che non conosce confini, non si possono erigere barriere. “Siamo tutti sulla stessa barca”, afferma  Papa Bergoglio. E ci torna il giorno di Pasqua ancora in mondo visione : “ “Chiedo a tutti: ai responsabili degli Stati, alle imprese, agli organismi internazionali, di promuovere la cooperazione e non la concorrenza, e di cercare una soluzione per tutti: vaccini per tutti, specialmente per i più vulnerabili e bisognosi di tutte le regioni del Pianeta. Al primo posto, i più vulnerabili e bisognosi!”. E ancora: “Di fronte a una sfida che non conosce confini, non si possono erigere barriere. Siamo tutti sulla stessa barca”.

Ora il neo presidente americano Biden pronunciare la frase che segna un prima ed un dopo nella gestione della pandemia diseguale.

Frase attesa, ma alla quale nessuno ha creduto finché non è finita a verbale nei colloqui fra i 164 Paesi dell’Organizzazione del commercio (Wto). L’amministrazione Usa crede alla protezione della proprietà intellettuale. Ma, dopo 15 mesi di stragi, dolore, tormento, per porre fine a questa pandemia, “l’amministrazione Usa sostiene la sospensione di queste protezioni per quel che riguarda i vaccini per il covid-19”.

Ecco che torna in piena luce la proposta di Papa Francesco “sospendere i brevetti e consentire la massiccia produzione di vaccini generici, gratuiti e per tutti”. Da una parte la solidarietà. E la ragione di chi sa che se non saranno vaccinati tutti la pandemia continuerà a correre. Dall’altra i tremilacinquecento miliardi entrati nelle case farmaceutiche solo nel primo quadrimestre 2021 oltre alla programmazione della produzione di un altro miliardo e 800.000 dosi di vaccino.

La scelta degli Usa pesa molto, anche se non dovrebbe avere ripercussioni immediate. L’ Organizzazione mondiale per la Sanità (Oms), esulta apertamente. L’Unione europea invia segnali favorevoli.  Ma non sarà facile vincere l’egoismo senza limiti di queste case farmaceutiche. Eppure solo i vaccini possono essere una speranza solo se sono per tutti, solo se si guarderà anche ai più bisognosi, solo se Stati e imprese rinunceranno alla concorrenza per cooperare in questa sfida planetaria

Invece sembra che con la pandemia di possa cadere in nuove forme di autoprotezione egoistica. Tocca a noi, non ad altri, fare in modo che il virus dell’individualismo radicale non vinca e non  ci renda indifferenti alla sofferenza di altri fratelli e sorelle. Le leggi del mercato e dei brevetti di invenzione non possono prevaricare l’uomo, essere sopra le leggi dell’amore e della salute dell’umanità. Dobbiamo dire, tutti, con forza, che vogliamo vaccini per tutti,  specialmente per i malati, più vulnerabili e bisognosi di tutte le regioni del Pianeta. Soccorrendo chi soffre e accompagnando chi è solo “Siamo tutti sulla stessa barca”.