CELLINO ATTANASIO – Un’attività di ripartenza del territorio che parte dal territorio stesso, con la creazione della pagina facebook ‘Visit Cellino Attanasio‘. “Il 26 Aprile 2021 sarà una data da ricordare – si legge nella nota di presentazione dell’iniziativa – soprattutto per le tante attese riaperture, ma nonostante questo, i territori fanno fatica a ripartire, soprattutto per quel che riguarda le attività commerciali e turistiche, ma noi italiani siamo conosciuti per non perderci mai d’animo, anche nelle situazioni più complesse; un esempio di promozione del basso e che parte dal territorio è quello promosso dal Comune di Cellino Attanasio e dall’Assessorato alla Cultura, grazie allo slogan Visit Cellino Attanasio e alla creazione di una pagina social creata ad hoc in continua crescita e raggiungibile al link https://www.facebook.com/Visit-Cellino-Attanasio-110490747765777“.

L’idea nasce con l’obiettivo di rivalorizzare le piccole attività commerciali, le aziende vitivinicole, i frantoi (con il recupero di varietà principalmente autoctone quali Carboncella, Castiglionese, Dritta, Frantoio, Leccino, Pendolino e Tortiglione), le aziende agricole con i loro prodotti tipici del territorio (ad esempio il cece..llino, ovvero una varietà di cece piccola e rustica), i beni storico artistici (come il Polittico di Cellino, attribuito alla produzione tarda del pittore veneziano Jacobello del Fiore, attualmente conservato a L’Aquila, al Munda, ma in origine conservato nella chiesa di S. Maria la Nova a Cellino, così come il Dittico di Andrea Delitio), archeologici, naturalistici (come i cosiddetti “vulcanelli”, sorgenti di acqua sulfurea e acqua salata di fango) e gli aneddoti sui personaggi storici più importanti della storia locale come il dott. Rocco Rubini, nato a Cellino Attanasio il 4 ottobre del 1800 e valente medico che operò a Napoli alla corte dei Borboni.

Le origini di Cellino sono antichissime, i rinvenimenti archeologici confermano tracce di occupazione dalla fine dell’Età del Bronzo all’occupazione romana e oltre. Di particolare interesse si presenta il contesto di Cellino Vecchio, in località Valviano, che ha restituito materiali riferibili alla fase finale dell’Età del Bronzo. Interessanti resti di strutture abitative attribuibili alla fine dell’età del Bronzo, prima età del Ferro, sono stati rinvenuti invece sul Colle di Monteverde. Durante l’occupazione romana, il territorio di Cellino rientrava tra i confini dell’Ager Hatrianus, come testimoniano i vici in località Monte Cellino Vecchio, Telesio, Case di Sante e i numerosi abitati rustici identificati sul territorio comunale. Recenti studi sull’ubicazione dei siti antichi farebbero ipotizzare l’esistenza di un pagus (pagus Cillinam?) che, nel lessico amministrativo romano, indicava una circoscrizione rurale, al di fuori dei confini della città, in questo caso, fuori dall’ antica colonia romana di Hatria, attuale Atri e da poco città identitaria. Con la caduta dell’impero romano, il territorio fu oggetto di varie vicende politiche e intorno all’ XI secolo divenne proprietà dei monaci benedettini dell’Abbazia di San Giovanni in Venere con l’incastellamento dell’abitato sul colle attuale. Al momento, la mancanza di fonti storiche, rende oscuri alcuni secoli della storia di Cellino, almeno fino al XIV secolo, quando cadde sotto il regime feudale degli Acquaviva e vi rimase, dopo il famoso assedio del 1492, fino al XVII.

Davide Mastroianni