TERAMO – La gastronomia teramana è sorprendentemente ricca e varia e trae da antichissime tradizioni contadine i suoi inconfondibili profumi e sapori. Influenzata da una storia secolare che risale già agli albori della cultura italica, comprende nel suo territorio di montagna, boschi, valli, corsi d’acqua, grotte e vestigia storiche. La realtà di secoli di storia e la fantasia delle tradizioni culturali si mescolano in un intrigante connubio di profumi e sapori che restituiscono i piaceri tipici degli alimenti semplici e sani appartenuti ai nostri avi. Visitare “gastronomicamente” il nostro lembo d’Abruzzo significa anche scoprire la cucina fondata sulla genuinità dei prodotti e sulla tecnica preparatoria nata da antichissime tradizioni, una vera arte maturata nel tempo per rendere il cibo una espressione culturale. Dopo anni di attese, di distanze, di indecisioni i ristoratori teramani nel momento più buio tornano ad unirsi; a sorpresa decidono di ripartire insieme per rilanciare la grande cucina teramana.
Vi è la consapevolezza di dover conservare il patrimonio ambientale e culturale del territorio, per garantire benefici non solo economici, convogliando gli interessi e gli sforzi verso un nuovo modo di progettare e investire, tenendo conto di un nuovo importante settore di occupazione, rappresentato dalla “qualità della vita”.
La crisi del Covid si fa sentire pesantemente in città ma non piega una categoria profondamente segnata ma anche pronta a rilanciarsi attraverso una grande ambiziosa sfida progettuale.
Il neonato “Coordinamento dei Ristoratori-Città di Teramo” che raccoglie le principali professionalità e le maggiori sigle di rappresentanza che operano nel capoluogo, dopo giorni di confronto interno, si è ufficialmente presentato all’amministrazione comunale.
I ristoratori coordinati dall’associazione Aria sono stati ricevuti dall’assessore al turismo, commercio ed eventi Antonio Filipponi.
Nell’incontro sono emerse le gravi difficoltà attraversate da un settore che in città somma alla storica carenza di programmazioni mirate anche la recente grave crisi economica scaturita da una gestione pandemica penalizzante e contraddittoria. Tuttavia la volontà di pervenire ad una svolta è stata individuata e condivisa da tutti i partecipanti alla riunione: la ristorazione teramana rappresenta un settore trainante per l’economia cittadina che può e deve intercettare un percorso di ripartenza concreto e capace di ricondurre la città al blasone che le spetta.
“Si tratta di cogliere un aspetto propositivo proprio nel difficile periodo che vede tra tante difficoltà anche un rinato spirito di cooperazione. E’ questa una grande occasione fortemente motivata dall’idea di rilanciare la grande cucina teramana attraverso un ampio coordinamento progettuale promosso dall’Ente comunale e partecipato dalle imprese” – afferma il Presidente di Aria Valerio Di Mattia- “una scelta importante, propizia per la città di Teramo e per la comunità teramana, un motivo di crescita per l’intera provincia che ritroverà la voce trainante del proprio capoluogo, una ricchezza per l’immagine stessa dell’intera regione Abruzzo che, diciamolo pure, perdendo la voce di Teramo negli ultimi anni ha perso anche una parte fondamentale del suo prestigio gastronomico”.
Teramo oggi è tornata ad essere una città enogastronomica in fermento che vede lo slancio innovativo di una nuova generazione di operatori affiancarsi alla più classica e preziosa proposta culinaria. La profondità virtuosa del comparto della ristorazione cittadina, l’eleganza ed il dinamismo del settore meritano di essere rivelati alla regione Abruzzo ed al contesto nazionale.
Pertanto il Coordinamento dei Ristoratori-Città di Teramo e l’Amministrazione Comunale hanno deciso di avviare un confronto permanente sulle strategie di rilancio già peraltro considerate nei caratteri generali.
I punti salienti della programmazione 2021 saranno ripresi ed approfonditi già nel prossimo incontro programmato per il 4 maggio.
Un segnale sicuramente positivo ed incoraggiante che fa ben pensare anche rispetto alla possibile rinascita di un nuovo spirito nella cultura gastronomica teramana da sempre posizionata dalla critica di settore tra le scuole più raffinate d’Italia.
Leo Nodari