In una nota inviata all’Assessore Verì, al Direttore Generale della ASL Vincenzo Ciamponi e ai Direttori delle UOC di Organizzazione e Cure territoriali e Igiene Epidemiologia e Sanità Pubblica della ASL di Pescara (ndr Rossano Di Luzio e Adelina Stella), il Consigliere regionale (PD) Antonio Blasioli ha lanciato un allarme: “tante e troppe sono le segnalazioni che arrivano da ultra ottantenni non deambulanti, che non ricevono ancora la prima dose di vaccino”.
Gli ultraottantenni sono una categoria prioritaria individuata nel Piano nazionale e in quello regionale e l’impossibilità a deambulare non può essere considerata un’eccezione, ma una condizione di ulteriore priorità e invece ad oggi, in alcuni Comuni della nostra Provincia, non c’è alcuna unità mobile della Asl che vaccini a casa i non deambulanti.
È necessario ed urgente che la ASL si attivi immediatamente per consentire la copertura vaccinale dei pazienti non deambulanti o allettati, perché la graduale riapertura agli spostamenti, nelle prossime settimane, può comportare un grave rischio di contagio con i loro famigliari conviventi.
Altra “nota dolente” segnalata dal consigliere Blasioli riguarda i ritardi ed il caos nella consegna dei vaccini ai medici di base, che sono stati abbandonati a loro stessi, senza il supporto delle istituzioni sanitarie, caricati anche del disbrigo delle pratiche burocratiche e dunque non messi nelle condizioni di lavorare agevolmente per le somministrazioni vaccinali.
A ciò si aggiunge una contrastante e confusionaria comunicazione sulle disponibilità delle dosi vaccinali, che in alcuni spiacevoli casi ha inficiato la relazione di cura e di fiducia tra paziente e medico: non è tollerabile che ai medici di famiglia venga comunicata dal servizio competente della Asl la disponibilità unicamente delle dosi Astrazeneca e ai loro pazienti, chiamati alla vaccinazione attraverso altri canali, siano state somministrate dosi di Pfizer.
Le difficoltà organizzative e comunicative di Regione e ASL non possono ripercuotersi sui medici di medicina generale, in prima linea sin dall’inizio di questa emergenza sanitaria e sempre al fianco dei loro pazienti, minando la loro credibilità e deteriorando il rapporto fiduciario con i loro assistiti.