TERAMO – “E’ necessaria una svolta: o la Gran Sasso Teramano SpA ha un rilancio sul territorio attraverso l’acquisto di chi sia interessato a rilevare tutto il pacchetto del comprensorio montano, oppure entrare nel vortice delle procedure concorsuali con i tempi che saranno”. Così il commissario liquidatore, Gabriele Di Natale, che questa mattina ha illustrato le condizioni del bando pubblico per la messa in vendita della società che gestisce gli impianti e i beni delle stazioni sciistiche di Prati di Tivo e Fano Adriano, con i soci di maggioranza Provincia di Teramo e Camera di Commercio. Nella vendita, il cui bando scade il 3 maggio, non è ricompresa la cabinovia che è di proprietà della Provincia e che non è mai stata conferita alla società: l’eventuale acquirente ‘eredita’ la convenzione per la gestione che scade nel 2029.
“Tutti possono partecipare, ci sono vincoli sui beni, si riserviamo la verifica sulle manutenzioni”, ha dichiarato Di Natale durante la dettagliata analisi delle condizioni del bando e dell’attività degli ultimi due anni. “Quando sono stato nominato, nel 2018, non erano stati approvati i bilanci degli ultimi due anni, c’era stata attività in continuazione che è vietata dalla legge e si registrava un debito consistente con l’Agenzia delle Entrate: debito non contestato per cui erano scaduti i termini per qualsiasi ricorso. La mia attività è stata improntata a quanto stabilisce il Codice Civile; in fase di liquidazione si tutelano i diritti dei debitori: o si vendono i beni o si ricapitalizza. Altrimenti non c’è alternativa alla procedura fallimentare. I bandi fatti fino ad ora sono andati deserti: fuor di bando ci sono state manifestazioni di interesse ma senza offerte economiche, in alcuni casi conto terzi, senza cioè che si palesassero i diretti interessati, e in un caso solo per la gestione. Tutto queste attività sono state documentate e portate all’Assemblea dei soci. Tutti hanno visto e letto tutto. Di fronte ad un’offerta economica ufficiale, quella dell’attuale gestore Finori, soldi veri e non monopoli, il liquidatore ha l’obbligo di agire: i soci mi hanno chiesto di andare ad un’asta pubblica ed è quello che ho fatto. Ho letto in queste ultime ore tante imprecisioni difficili da comprendere: basta leggere il bando. Abbiamo inserito i vincoli sui beni, non si può subaffittare o vendere per i prossimi quattro anni, ci riserviamo il controllo sulle manutenzioni e chiediamo anche un piano industriale anche se nel caso specifico, per legge, non è vincolante. Mi sono sentito anche con i Sindaci di Fano e Pietracamela, possono benissimo chiedere alla Regione un contributo per l’acquisto sul modello di quanto è stato fatto a Scanno: ogni offerta migliorativa e a favore degli enti locali può bloccare la fase di vendita. Ognuno può giocarsi la sua partita in maniera pubblica e trasparente”.
Sull’ultimo BURA della Regione Abruzzo è pubblicato l’elenco dei gestori di impianti di risalita che sono beneficiari dei ristori COVID. “Noi siamo esclusi, perché con il ritiro della concessione dei terreni da parte del socio Asbudc non abbiamo potuto beneficiarne. Altro denaro regalato ad altri territori” ha chiosato il liquidatore Di Natale.
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