Dunque ricapitoliamo la situazione vaccinale nel mondo, ma più che altro in Europa che è casa nostra. L’Italia, che segue le direttive europee, “non conta e non accusa” come diceva il compare di tressette quando bisognava spartire le bevute tra “padrone” e “sotto”, perché l’Italia non è né padrona né serva del padrone, incapace di prendere una decisione unilaterale e coraggiosa, di fronte a una Pandemia che continua a mietere vittime. Dunque l’AstraZeneca ha fatto 5 morti in Germania al 31 marzo, e di conseguenza è stato sospeso; 19 morti in Gran Bretagna al 7 aprile, sconsigliato agli under 30, mentre da noi è consigliato agli over 60; sappiamo di un caso mortale in Sicilia, e da qui il rifiuto dei siciliani di vaccinarsi con AstraZeneca. In realtà non sappiamo quanti morti nel mondo ha causato questo vaccino. Sappiamo quello che ci propinano con insistenza, ed è che i benefici sono superiori ai danni. Bella scoperta. Ma è naturale, dicono, i danni collaterali sono comuni a tutti i farmaci. È la norma. Anche Pfizer ha le sue vittime, dice qualcuno, anche se non fa notizia. Siamo di fronte dunque ad una guerra commerciale che vuole far fuori il vaccino europeo a basso costo? Sono le multinazionali del farmaco che hanno orchestrato tutto? No, le multinazionali del farmaco non c’entrano: anche il loro Johnson&Johnson è stato sospeso negli Stati Uniti per gli stessi motivi, 6 casi di trombosi, un morto. Significa che la carenza di vaccini non diminuirà, significa che dovremo andare a cercarli là dove si trovano. In Cina, per esempio; ma anche là hanno ammesso che i loro vaccini hanno una bassa efficacia. Rimane la Russia col suo Sputnick V, ma sono appena partiti i primi approcci di collaborazione tra l’istituto che ha messo a punto il vaccino, il Gamaleya del Ministero della Salute russo, e l’Istituto Spallanzani di Roma: una collaborazione che, se non affogherà nella burocrazia geopolitica, vedrà i risultati non prima del prossimo anno, almeno per quanto riguarda una produzione locale, fatta qui in casa nostra, e che è quella che ci serve per far fronte alle nostre necessità. Nel frattempo dobbiamo rassegnarci al ritornello che i benefici sono superiori ai danni e che un nesso causale non è dimostrato. E poi dimentichiamoci di AstraZeneca: ora si chiama Vaxzevria, un nome impronunciabile, che non memorizzeremo mai, e che non finirà mai, in bene o in male, sulla bocca di tutti!