TERAMO – Cade di nuovo il Teramo dei benefattori della Caritas e dopo che di tanta bontà avevano beneficiato il Potenza, la Virtus Francavilla e la Vibonese, per restare nel recente passato, non si poteva non fare felici, per una questione d’imparzialità (sic…), anche i campani, reduci da ben 10 sconfitte consecutive (se non è record, siamo lì – ndr)).

Come avevamo “avvisato” alla vigilia, non ci sono partite facili. Ogni gara va giocata e tutto il resto è aria fritta. Sapevamo d’incontrare una squadra con obiettivi da “ultima spiaggia”, ma  non siamo stati capaci di palleggiare e di avere pazienza, fino a trovare i pertugi giusti per metterla dentro. Il Teramo si è affidato ad una manovra lenta, scolastica, prevedibile, che poi è peggiorata dopo il vantaggio dei campani.

Per il resto una partita come tante altre in trasferta; la solita rete evitabilissima e poi avversari che si chiudono, con i biancorossi che non riescono a palleggiare contro difese “catenacciare”. Non si sarebbe dovuto subire il solito gol stupido, perché poi l’avversario più debole lo si mette nella condizione di giocare in quello che è il proprio stile naturale: la difesa ad oltranza.

La partita di Cava dei Tirreni è stata come vedere un film già visto, che  conferma e rinsalda un giudizio: il Teramo è squadra che si ritrova in classifica i punti che merita. Non andiamo a tutti i costi alla ricerca di colpevoli: tutti hanno qualcosa da farsi perdonare. L’ impegno c’è stato ma avremmo potuto giocare per un giorno intero e, forse, alla fine, avremmo pareggiato o vinto per “getto della spugna” da un avversario esausto.

Passando ad esaminare tatticamente la gara, la Cavese si è schierata con un 4-3-2-1 con alcune novità da turnover, dopo l’infrasettimanale di Terni. Davanti al portiere Kucich hanno giocato, da destra, Matino, De Franco, Lancini e De Vito. Nel centrocampo a tre, play ha giocato Pompetti, con Cuccurullo a destra e Matera a sinistra; sulla trequarti, in un estenuante lavoro di supporto a rimorchio della punta Bubas, hanno operato, da seconde punte, il veloce Senesi a destra e Gatto a sinistra, bravi anche a raddoppiare sui centrocampisti biancorossi.

Massimo Paci, di contro, ha apportato novità tattiche, schierandosi con un 3-5-2. In difesa Piacentini a destra, Diakite centrale e Trasciani a sinistra ed a centrocampo Santoro, inizialmente a destra, Arrigoni centrale e Mungo a sinistra, con Lasik a spingere in fascia destra e Cappa nell’altra. Bombagi e Pinzauti, vicini, in attacco.

La Cavese, che giocava di rimessa, in fase di non possesso ha “tenuto” Cappa con Matino mentre De Franco e Lancini, i due centrali, erano su Bombagi e Pinzauti e l’esterno basso sinistro, De Vito, aspettava Lasik. A centrocampo si creava un 3 contro 3, con il mediano destro Cuccurullo nella zona di Mungo, con il play Pompetti appiccicato a Santoro e con la mezzala sinistra Matera nella zona di Arrigoni ma pronto a scalare alto su Lasik, e con gli stessi Cuccurullo e Pompetti pronti a fare altrettanto verso il lato forte. Senesi faceva il quarto sul lato debole, con Gatto sulla sinistra a disturbare Lasik da dietro e con Bubas pronto ad infastidire Arrigoni in prima battuta. Tante marcature ad uomo, insomma, che, dopo il vantaggio locale, sono diventate ancora più rigide.

Ad inizio ripresa Paci prova altre soluzioni, sostituendo Trasciani con Vitturini e Pinzauti con Kyeremateng: nuova la disposizione tattica. Si passava al 4-2-3-1 con Lasik, Piacentini, Diakite e Vitturini in difesa, Arrigoni centrale destro e Santoro sinistro con Cappa a destra, Mungo a  sinistra e Bombagi dietro a Kyeremateng, prima punta. Nella Cavese, il terzino De Vito su Cappa, a centrocampo Cuccurullo a sinistra va su Santoro, Pompetti su Arrigoni e Matera, a sinistra, su Lasik. In difesa, da destra, Matino, De Franco e Lancini sono sulle orme di Mungo, Bombagi e Kyeremateng. Il Teramo continua a “fare” la partita ma non riesce a pareggiare. La Cavese soffre e continua a difendere rinviando, più che rilanciare, verso Bubas, Gatti e Senesi.

L’allenatore del Teramo, al 58′, cambia ancora ma resta al 4-2-3-1: esce Bombagi ed entra Costa Ferreira, che va a posizionarsi a sinistra con Mungo dietro a Kyeremateng, con Cappa a destra. La manovra si vivacizza, con il giocatore di colore molto intraprendente ed al quale viene negato un solare rigore. Costa Ferreira migliora il palleggio e le giocate, ma non cambia nulla. Maiuri sostituisce Cuccurullo, esausto, con De Marco (stesso ruolo), per poi cambiare ancora con Scoppa al posto di Pompetti (stesso ruolo) e con un difensore centrale, Marzupio, che subentra al terzino De Vito per sopportare al meglio ai tanti cross che il Teramo riversava in area, soprattutto con Costa Ferreira da sinistra e con Cappa da destra. All’80’ ancora cambi per Paci: fuori Cappa dentro Di Francesco a destra, e subito dopo fuori Mungo per Gerbi, quindi ancora cambio di modulo e si passa al 2-4-4, con Diakite e Piacentini dietro, Lasik, Arrigoni, Santoro e Vitturini da destra a sinistra in mediana ed in avanti, da destra, Di Francesco, Kyeremateng, Gerbi e Costa Ferreira. All’85’ Maiuri (fino al termine sempre e solo con lo stesso modulo iniziale, a contenere) sostituisce Senesi, una punta, con un trequartista Montaperto e Bubas con Gerardi (attaccante per attaccante).

In conclusione: Paci le ha provate tutte cambiando moduli e uomini in campo, infruttuosamente, ma ormai è risaputo che i biancorossi quando vanno in svantaggio e l’avversario si chiude, trovano grandissimi problemi per i motivi tecnici esposti; altra cosa se devono esprimersi in campo aperto, contro squadre che lasciano giocare. Non avendo, poi, grandi tiratori dalla distanza, alla fine il risultato diventa… prevedibile.

Comunque non dissacriamo il ben fatto: è innegabile che siamo delusi per questo finale. E’ innegabile, ma sono state anche scritte delle belle pagine da non oscurare. Il mio non è buonismo ma consapevolezza dei nostri limiti tecnici. Alla prossima vittoria, speriamo… – Diego Di Feliciantonio