Ve lo ricordate ?  Marzo 2020; 50 medici cubani arrivarono in Italia per aiutarci. C’erano medici, epidemiologi, anestesisti, rianimatori e infermieri specializzati in terapia intensiva. In quel momento eravamo l’epicentro mondiale della pandemia nel mondo e i medici cubani, che chiamavamo gli “hermanos de Cuba”, con la bandiera di Cuba sempre in vista a rischio della loro vita dettero un prezioso e vitale contributo alle città del nord Italia colpito da una pandemia feroce che, allora come oggi, infuriava mietendo vittime. Tanto che  furono proposti come candidati al Nobel per la Pace.

Tutto questo mentre i nostri alleati storici, dagli Stati Uniti, agli Inglesi, dalla Germania, ad altri Paesi dell’Unione europea e a quest’ultima in quanto istituzione, brillavano per la loro assenza e se ne infischiavano bellamente dei tormenti del popolo italiano, allora in prima fila nel subire i colpi del Covid.

Ma siamo l’Italia. Spesso ci troviamo davanti il motto  “Chi ‘a avuto, ‘a avuto, e chi ‘a dato, ‘a dato”. Un anno o giù di lì è passato, e il governo italiano ha avuto modo di fare ancora una volta mostra della cialtronaggine e inaffidabilità che, a detta di detrattori forse non del tutto privi di una qualche ragione, fanno parte del nostro carattere nazionale. L’occasione è stata data dalla votazione in seno al Consiglio dei diritti umani dell’Onu, laddove era in discussione una risoluzione  ben motivata giuridicamente dal punto di vista del diritto internazionale, che rilevava un’assoluta ovvietà, e cioè il pesante impatto negativo che le sanzioni, ovvero, con termine più tecnico, le misure coercitive unilaterali hanno sui diritti umani.

Sono misure contrarie a numerose norme del diritto internazionale, dato che costituiscono lo strumento col quale gli Stati economicamente più forti vorrebbero piegare ai loro voleri gli Stati  che si ostinano a voler avere una politica estera ed interna autonoma dalle loro indicazioni. Sono l’altra faccia dei bombardamenti e degli interventi armati. Confliggono in modo frontale con una concezione, l’unica ammissibile, del diritto internazionale come rapporto tra enti pari-ordinati che cooperano in buona fede per il raggiungimento di finalità comuni. Una concezione sempre più necessaria nell’attuale contesto internazionale segnato da sfide globali, dalla pandemia all’ambiente, dalla povertà alle migrazioni, che possono essere affrontate e vinte solo con un impegno comune di tutti gli Stati.

Una risoluzione che invece andava approvata venendo incontro agli auspici di chiunque, da Papa Francesco al Segretario delle Nazioni Unite Guterres, ha chiesto con forza di sospendere le sanzioni.

Uno schiaffo in faccia agli Stati come Cuba che, pur colpiti oramai da oltre sessant’anni di bloqueo, immorale e illegale, hanno la forza di combattere il Covid non solo a casa propria ma nel mondo intero, producendo vaccini efficaci che saranno messi a disposizione della comunità internazionale e inviando ovunque le proprie brigate mediche.  59 anni di sanzioni durissime con cui lo Stato più forte impone sofferenze durissime a uno Stato più debole per piegarlo alle proprie decisioni, un bombardamento senza bombe per imporre la propria politica estera. Un voto infame (che al momento non ha spiegazioni ufficiali) e di cui in molti, moltissimi, hanno chiesto scusa. L’embargo durante la pandemia tra l’altro in campo sanitario mette a rischio anche l’approvvigionamento di macchinari indispensabili per affrontare il virus

Ovviamente la risoluzione è stata approvata a larga maggioranza. nonostante l’opposizione dell’Italia e degli altri tristi rappresentanti delle oligarchie occidentali al tramonto. A noi italiani resta però la vergogna di questo voto infame, del quale dobbiamo ringraziare il governo Draghi, sostenuto da un arco di forze eccezionalmente vasto, da Speranza a Salvini, quanto povero di idee e gravemente manchevole di quella dignità e quella riconoscenza che dovrebbero caratterizzare, oltre alle persone, anche gli Stati.

E intanto le vaccinazioni vanno a rilento perché gli “alleati” più facoltosi di noi, dagli Stati Uniti, al Regno Unito ad Israele, si sono accaparrati le limitate quantità di vaccini messe a disposizione delle multinazionali attente solo ai loro profitti garantiti dallo scudo dei brevetti che impedisce a molti, anche da noi, di produrli autonomamente. La disumanità e disonestà dei governi felloni si ritorce, come sempre accade, anche contro le popolazioni che hanno la disgrazia di essere loro sottoposte.

Certo potrei unirmi al mondo che ora chiede “scusa Cuba”. Ma non credo che il grande popolo cubano voglia le mie scuse.

Cuba, non tutti lo sanno, è un Paese ricco di storia e cultura. Il grande popolo cubano ha quella grande voglia di vivere e di superare le difficoltà della vita quotidiana, con ottimismo e tenacia, che il popolo italiano di furbetti del vaccino, di collusi con le mafie, di intrallazzatori e volta gabbane, di masaniello in affitto in servizio permanente, come noi italiani non abbiamo.  Il popolo cubano ha polso forte, intelligenza e lucidità acuta, ha saputo affrontare le dittature colonialiste, la dittatura fascista di Batista, i piani imperialisti americani, la mafia degli esuli in combutta con i peggiori rifiuti della mafia siciliana. E’ un popolo messo alla prova dalla storia, dalla natura e dalla povertà. Ma conosce la resistenza. La Rivoluzione cubana è uno dei processi più esaltanti dei diritti umani nella storia dell’America Latina e a livello internazionale.

Cuba ha dimostrato la capacità di affrontare le sfide. Ha sconfitto e disarticolato la perversa intenzione dell’impero di distruggere la Rivoluzione. Per preservare l’opera di giustizia sociale della Rivoluzione, per garantire che Cuba viva”. Mentre paesi governati da servi, hanno l’inevitabile e triste destino di morire.

Ma c’è di più.

In realtà la risoluzione contro l’embargo su Cuba, sul quale l’Italia ha sempre votato a favore o si è astenuta durante i governi Berlusconi, venne presentata da Cuba durante la sessione del Consiglio Generale dell’ONU del mese di novembre. Quello che è successo a marzo alla Commissione Diritti Umani dell’ONU a Ginevra è che una mozione presentata da Cina e Stato di Palestina contro l’embargo come strumento di ritorsione è stata approvata per 30 voti contro 15 e 2 astenuti. Tra i contrari i paesi europei inclusa l’Italia. Chiaramente la Cina la presentava pro domo sua, visto che da qualche giorno sia l’UE che gli USA hanno applicato sanzioni contro singole persone fisiche cinesi. Di Cuba non si è mai parlato, le supposizioni sono fuori luogo anche perchè in sede di Commissione Diritti Umani si decide ben poco. Lo sanno bene Russia e Cina che hanno posto il veto in Consiglio di Sicurezza (dove si conta) contro la condanna del sanguinoso golpe militare in Myanmar. C’è un’altra notizia invece, che non ha avuto commenti. E’ passata sempre alla Commissione Diritti Umani dell’ONU “per consenso”, cioè senza contrari, la risoluzione presentata da Cuba sulla promozione e il diritto all’alimentazione. Questa è bella e vera. Cuba vive. Viva la rivoluzione.

Leo Nodari