In quel tempo, mentre Gesù era all’ultima cena con i suoi discepoli, chinò il capo e disse: “In verità, vi dico: uno di voi mi tradirà”. I discepoli si guardarono gli uni e gli altri, non sapendo di chi parlasse. “E’ colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò”. E intinto il boccone, lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone.

Già il semplice nome di Giuda oggi, e da secoli, suscita tra i cristiani un’istintiva reazione di condanna. Il significato dell’appellativo “Iscariota” è controverso: la spiegazione più seguita lo intende come “uomo di Keriot” con riferimento al suo villaggio di origine. Altri lo interpretano come variazione del termine “sicario”, come se alludesse ad un guerrigliero armato di pugnale detto in latino sica. Vi è, infine, chi vede nel soprannome la semplice trascrizione di una radice ebraico-aramaica significante: “colui che lo consegnerà”.

Nel giovedì santo, mentre Gesù assapora l’ultima cena, prima di diventare l’agnello sacrificale, Giuda è li con lui, vicino, al punto da poter sentire il battito del cuore di Gesù. Mentre Gesù lava i piedi, e insegna un ultimo gesto di carità, lui è li con lui. Mentre Gesù prega e implora “Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice!” Giuda è l’unico li con lui nell’orto degli Ulivi, nella notte fosca. “Con un bacio tradisci il Figlio dell’uomo”? .

Giuda appartiene al gruppo di coloro che Gesù si era scelto come stretti compagni e collaboratori. Ciò suscita due domande nel tentativo di dare una spiegazione ai fatti accaduti. La prima consiste nel chiederci come mai Gesù abbia scelto quest’uomo e gli abbia dato fiducia. Il mistero della scelta rimane, tanto più che Gesù pronuncia un giudizio molto severo su di lui: “Guai a colui dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito!” (Mt 26,24).

Una seconda domanda riguarda il motivo del comportamento di Giuda: perché egli tradì Gesù?

Giovanni dice espressamente che “il diavolo aveva messo nel cuore di Giuda la volontà di tradirlo” (Gv 13,2.). Giuda si è pentito, ma il suo pentimento è degenerato in disperazione e così è divenuto autodistruzione. Gesù rispetta la nostra libertà. Gesù aspetta la nostra disponibilità al pentimento ed alla conversione; è ricco di misericordia e di perdono. Quindi, quando, pensiamo al ruolo negativo svolto da Giuda dobbiamo inserirlo nella superiore conduzione degli eventi da parte di Dio. Il suo tradimento ha condotto alla morte di Gesù, il quale trasformò questo tremendo supplizio in spazio di amore salvifico e in consegna di sé al Padre (cfr Gal 2,20; Ef 5,2.25).

Il Verbo “tradire” è la versione di una parola greca che significa “consegnare”. Talvolta il suo soggetto è addirittura Dio in persona: è stato lui che per amore “consegnò” Gesù per tutti noi (cfr Rm 8,32). Nel suo misterioso progetto salvifico, Dio assume il gesto inscusabile di Giuda come occasione del dono totale del Figlio per la redenzione del mondo.

La figura di Giuda, diviene così l’icona del tradimento. Ma anche una figura chiave del Vangelo. “Giuda fu colui che lo tradì”, così dice Marco (3,19). Per il denaro ? Per un’illusione delusa Perché “…satana entrò in Giuda” ? O perché era questo il compito scelto per lui “perché tutto si compisse” ? Questo nessuno può dirlo. Ma questo cambia completamente le cose. Delle domande si pongono: siamo certi della sua colpevolezza? Giuda è l’uomo che denuncia Gesù al Sinedrio per farlo arrestare. E’ dunque un traditore ? Ma se il Cristo, il Dio fatto uomo, venuto per salvare gli uomini con il suo sacrificio, non fosse stato arrestato, come sarebbe arrivato al martirio e alla croce “perché si adempisse la Scrittura” ? Se il tradimento era scritto fin dall’inizio nel disegno di Dio, che comprendeva la morte salvifica del Figlio, quale responsabilità poteva ricadere su chi ne doveva essere, e fu, solo lo strumento di attuazione?  La questione è delicata: da un lato, c’è Dio che opera a suo modo nella storia e nel mondo; d’altro lato, c’è la libertà degli uomini. Se la libertà di Dio, si espresse collocando l’evento del tradimento in un disegno superiore, la volontà di Giuda fu esercitata liberamente ? Per la Chiesa Giuda sceglie coscientemente e responsabilmente il tradimento. E Dio inserisce questo atto umano infame nel suo progetto di redenzione. Ma se il tradimento era un atto previsto fin dal principio, annunciato dai profeti, allora Giuda non ha nessun libero arbitrio, non può evitare di tradire Gesù. Se Giuda non può controllare il suo tradimento, allora, la sua punizione e rappresentazione come traditore nella cultura occidentale non è meritata. Qual è la verità ?

Sulla Croce, tra i dolori strazianti della croce, “Gesù gridò con voce forte: Eloì, Eloì, lama sabactàni”?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Ma Dio non interviene. Nel suo misterioso progetto salvifico, Dio usa Giuda come strumento per la redenzione del mondo. Come ogni giorno usa l’uomo per i suoi progetti. E’ vero: è molto difficile cogliere, il disegno di Dio. E’ difficile capire come ci utilizza.  Dio con le nostre mani dona misericordia, offre speranza, con le nostre mani regala il pane a poveri sconosciuti, rialza chi è caduto, offre protezione ai deboli senza nome, crea, si prende cura degli anziani, sostiene chi è nella paura, libera chi è nel peccato, salva chi è malato, benedice i peccatori, ma anche corregge, condanna e punisce. Però noi, solo quando ci troviamo in una situazione nella quale non si vedono sbocchi, alternative possibili, o quando si è ormai perduta ogni speranza, quando siamo soli, nella notte, in difficoltà, sappiamo accettare e invocare l’intervento divino comprendendo che siamo nelle mani di Dio . Però siamo uomini e la stessa comprensione non la usiamo quando ci troviamo in situazioni positive, gioiose, di felicità, di benessere. Eppure si è sempre nelle mani di Dio, e queste non intervengono solo in extremis per salvare l’uomo da situazioni disperate, ma lo accompagnano e sostengono in tutta la sua esistenza. Confidare e credere in questo non è un atto finale di impotenza, ma è l’atto iniziale di una vita cristiana.

 

Leo Nodari