TERAMO – La delusione di Vibo Valentia, per certi versi, è maggiore di quella patita con la Virtus Francavilla, perché la Vibonese del primo tempo è apparsa davvero poca cosa tra infortuni e necessità impellenti: inoffensiva e disarmante. Il Teramo, per non farsi mancare nulla, ha perso con entrambe, con l’aggravante che in Calabria era pure passato in vantaggio per un omaggio di Vitiello.
Se eravamo rimasti dubbiosi circa il “record” di due gare casalinghe perse in quattro giorni, non lo siamo per il “record stagionale” di tre sconfitte consecutive, figlie di tante cose, ma di una sola matrice: la società. Non ha programmato la stagione come andava fatto, ha allestito una rosa con quel che restava e non l’ha mai completata o, almeno rivista, neanche quando avrebbe potuto.
E’ stato un “non progetto”, quello di questa stagione, figlio di quello tecnico, sbagliato, dell’anno precedente.
Se la squadra è, pertanto, in piena involuzione, ci può stare, perché la rosa è quella “monca” dell’estate scorsa, perché i giovani di gennaio non sono stati quasi mai, taluni mai, utilizzati o, addirittura, non sempre convocati. Non dimetichiamo che, in corsa, bisognava dare maggiore spazio agli under… e poi non più!
In tutto questo quante e quali sono le responsabilità di Paci? Poche, rientrano nell'”errare humanum est”, quindi va assolto.
E il DG Andrea Iaconi? A noi risulta che si sarebbe defilato gradualmente, con l’inizio del campionato in corso: lo avrà fatto? E chi lo sa?
E Sandro Federico? E’ stato ed è suo il “carico” delle responsabilità che sono proprie di chi svolge determinati compiti: apprezzabile lo sforzo necessariamente “dovuto” nella quotidianità, ma resta un “indagato”.
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