Calcio, Teramo: Paci è il meno colpevole del momento-no. Vero cara società?
TERAMO – Cade ancora il Teramo, mentre tutte le altre prendono il volo relegandolo sempre più in basso nella rincorsa play off.
La Virtus Francavilla è stata schierata tatticamente in maniera perfetta, in fase di contenimento, pronta a ripartire con Giannotti sul centro destra per le due punte Cicconi e Vasquez. Alberto Colombo non ha inventato nulla di importante, se non semplici accorgimenti che avrebbe messo in atto qualsiasi tecnico, in gare di quel tipo. Ha giocato di posizione, non sbilanciandosi mai; ha cercato di bloccare tutto quanto della forza avversaria con marcatori puri e con diverse coppie a giocare in anticipo. Massimo Paci ha schierato una formazione diversa in attacco, rispetto alla gara di mercoledì contro la Ternana. Ha fatto tirare il fiato a Pinzauti ed ha posizionato Bombagi falso centravanti, con Mungo a sostegno e con Ilari sul centro destra, in posizione più avanzata, e Costa Ferreira sulla sinistra. In mezzo Arrigoni agiva sul centro destra e Santoro sul quello sinistro. Con questo schieramento, ha provato a non dare riferimenti ai tre centrali difensivi pugliesi, nel tentativo di “stanarli” e di “muoverli”; purtroppo, la scarsa propensione al palleggio corto ed allo stretto, non ha dato gli esiti sperati.
La Virtus si è schierata con il classico 3-5-2 con Costa in porta, Celli, Pambianchi e Caporale in difesa su Bombagi e Mungo, con il sardo che rientrava verso la lunetta e con Mungo che si inseriva, in una sorta di “uno viene, uno va“: l’occasione fallita da Mungo ne è testimonianza. Dei tre difensori ospiti, Caporale saliva sulla sinistra contro Ilari molto avanzato e Delvino, a destra, si occupava di Costa Ferreira. Sulla sinistra Nunzella attendeva Vitturini, ma sia Delvino, sia Nunzella, si accentravano quando la palla era in possesso dei due attaccanti biancorossi, a supporto dei tre centrali.
In mezzo al campo i loro tre centrocampisti: Franco, il play, sempre libero, con Arrigoni sul centro sinistra che veniva preso in consegna dal trequartista Mastropietro mentre Giannotti, sul centro destra, si occupava di Santoro; entrambi erano pericolosi perché da mezze punte erano pronte a schizzare in avanti .Quindi, anche oggi, così come contro la Ternana, una situazione di tre contro due a nostro svantaggio. In avanti Vasquez agiva sul centro destra marcato da Piacentini mentre Diakite si occupava di Ciccone; Tentardini era l’uomo in più e saliva spesso, ma su di lui scalava Giannotti, con Franco sempre libero in mezzo che scalava su Santoro e raddoppiava su tutti: tutto ben congegnato e funzionale.
Nella ripresa Paci ha cercato di riparare, inserendo Pinzauti per Costa Ferreira e Di Francesco per Ilari; la squadra in avanti si è schierata con Di Francesco a destra Bombagi e Pinzauti centrali e, avanzando Tentardini quasi da ala, ristabiliva la parità a centrocampo, con Mungo mezzala sinistra, Arrigoni centrale e Santoro mezzala destra. La difesa passava a tre, con Vitturini, Diakite e Piacentini.
La Virtus dopo il vantaggio, sostituiva una punta per una punta, Ciccone con Adorante, per poi coprirsi ulteriormente, sostituendo un impeccabile Franco con l’ex Zenuni e Mastropietro con Sperandeo, un difensore centrale. Richiamava in panchina anche un esausto Vasquez e al suo posto entrava Marino, altro difensore centrale. Si creava questa nuova disposizione: difesa con i tre centrali Celli, Pambianchi e Caporale su Bombagi e Pinzauti. Alla destra Delvino contrastava Tentardini e a sinistra Sparandeo era su Di Francesco. A centrocampo Zenuni centrale su Arrigoni, Marino su Mungo a destra e Nunzella su Santoro a sinistra, con Giannotti che scalava in avanti a sostegno di Adorante: loro erano presi in consegna da Vitturini, Diakite e Piacentini. I biancorossi, davanti a questa fitta maglia, non riuscivano ad “entrare” con il palleggio: non c’erano spazi e, fino al termine, si assisterà a continui cross nel mucchio di Tentardini, da sinistra, e di Di Francesco da destra, sui quali i loro centrali avevano facilmente la meglio.
Non ci sentiamo di dover addossare responsabilità a Paci: se avessimo fatto goal in quelle poche occasioni avute, la partita avrebbe preso una piega diversa. Nel calcio e nella vita, però, i se ed i ma lasciano il tempo che trovano. Forse, il mister, poteva impiegare forze fresche all’inizio, ma la panchina non ha mai offerto soluzioni vincenti: è composta da bravi calciatori, ma acerbi. Poiché l’obiettivo di tutti, comunque, era quello di cercare ed ottenere i playoff, è lapalissiano che il mister biancorosso faccia affidamento su quei 12-13 calciatori, e non tanti di più.
Non dimentichiamo che, fino ad un mese or sono, ci siamo opposti tutti al minutaggio, quindi è lampante che le colpe vadano ricercate altrove. Dove? Nella società che ha scelto il ridimensionamento e che a gennaio ha operato ingaggi fittizi e soli investimenti su giovani che, ma soltanto in prospettiva, avranno probabilmente un roseo avvenire. Al momento non sono all’altezza.