Le “Chiare, fresche et dolci acque” di Petrarca mi stavano sui coglioni già al Liceo.

Ma basta con questi populisti a favore dell’acqua pubblica. Basta con questi integralisti  che vogliono pagare poco l’acqua e protestano contro il consociativismo clientelare dei portaborse leccaculo che fanno lievitare i costi sulla pelle dei cittadini.

Basta con gli adoratori dei frati, che prima o poi danno l’assalto a questi noiosi nullafacenti stile “Uccelli” di Alfred Hitchcock

Basta con questi ambientalisti che dicono che in Abruzzo è rimasto inapplicato il referendum del 12 e 13 giugno 2011 quando il 95% degli italiani votarono a favore dell’acqua pubblica. Basta con questi comitati, associazioni e osservatori che ritengono tuttora irrisolta la questione della sicurezza delle falde . L’acqua non è un bene comune, è solo business, e chi non è tranquillo può pur sempre bere l’acqua minerale.

Non è vero che in Italia il servizio idrico è fortemente condizionato dai partiti politici. Non è vero che queste società, benché a capitale pubblico, mantengono un’impostazione privatistica con l’obiettivo di realizzare profitti lucrando su un bene comune come l’acqua a scapito della qualità del servizio, e delle tasche dei cittadini che vedono aumentare le bollette. Bevete lo champagne, poi vedete quanto costa.

Non è vero che sulle tariffe si è consumato forse il più grande tradimento del referendum del 2011. E se qualche cittadino ha la sensazione di pagare troppo, in cambio di un servizio decisamente scadente e che difetta in trasparenza, con una rete di distribuzione, in condizioni precarie per vetustà e mancanza di manutenzione, diciamo la parola magica: chissenefrega!.

Basta dire che l’Abruzzo, con uno spreco che supera il 60% (in aumento) è da questo punto di vista tra le regioni peggiori. Vogliamo essere coerenti. Tutto viene fatto per essere coerenti con la gestione della campagna vaccinazioni. Gli ultimi con gli ultimi. Qua non scherza. Non si improvvisa. Il peso economico ricade per intero sulle spalle dei cittadini! Diciamo la parola magica: chissenefrega!.

E questo Sindaco di Teramo poi che non è mai contento. Secondo lui la Ruzzo Reti SpA in questi giorni ha recapitato bollette con importi elevatissimi che pare contemplino sia il conguaglio, sia l’acconto legato al consumo ipotizzato. Ma che sono tutte queste storie per bollette di 1000 / 2000 euro. Ma non esageriamo. Ma dove vive quest’uomo ? Se i teramani avessero bevuto champagne avrebbero speso di più. O no ?

Ma basta con la sciocca pretesa di una puntuale fatturazione che dovrebbe derivare anche dalla corretta lettura dei contatori. Chissenefrega se la legge dice che la mancata attività aziendale non può essere imputata e riversata sui cittadini. Che vogliamo fare ? Cos’è questa novità ora ? Invocare il rispetto della legge ? Perché ? Faccia come gli altri Sindaci che gli va tutto bene, nessuna sa, nessuno vede, nessuno parla. Non ha letto il canto XVI  del purgatorio di Dante –almeno nell’anno di Dante-  “le leggi son , ma chi pon mano ad esse ?”

Non è importante se con la legge di  bilancio 2018 (L. n. 205/2017)  “nel caso di ritardo del venditore nel fatturare i conguagli, il cliente è legittimato a sospendere il pagamento, previo reclamo al venditore” e pagare solo gli importi fatturati relativi ai consumi più recenti di 2 anni.

Non è importante se secondo la Cassazione (Cass. ord. n 1059/18 del 17.01.2018) la lettura del contatore, da parte dell’addetto della società erogatrice del servizio, deve avvenire almeno una volta all’anno.

Non è importante se una sentenza del Tribunale di Bari  (Bari, sent.n. 781/2009.) stabilisce che “ le società fornitrici devono periodicamente effettuare il sopralluogo sul contatore e dare lettura dei consumi effettivi, non potendosi considerare legittimo che l’utente resti esposto per un tempo indefinito e rimesso alle richieste della società per ipotetici consumi di gas”

Qualcuno oggi sostiene che l’acqua, sia solo un “ex bene pubblico”. Oggi trasformato in un bene “eccessivamente costoso e non più a completa disposizione di tutti”. E voi che dite ? E comunque chissenefrega. Fatevi meno docce, non tirate l’acqua del bagno e  tenetevi la camicia macchiata di sugo.

E visto che è l’anno di Dante,  uso un ritornello nuovo tratto dal XXIX canto dell’inferno. E’ l’inferno non piacerà a tutti quelli che si svegliano solo ora toccati nella tasca: “.. chi è causa del suo mal...”