TERAMO – Basta con le periferie degradate, basta con le costruzioni che isolano l’uomo e non rispettano l’ambiente. Promuovere la linea del vivere e dell’abitare sociale che abbattono le barriere della solitudine. Le città invecchiano e spesso gli anziani si trovano a vivere in una situazione di solitudine e di povertà in zone della città dove gli edifici sono in degrado e i servizi di trasporto, assistenza sanitaria e sociale sono molto più carenti che in centro. Un secondo fenomeno riguarda la necessità di ripensare il concetto stesso di periferie come luoghi dove si concentra il degrado. Nel frattempo esistono vaste aree nei centri urbani dove sarebbe più utile demolire e ricostruire invece di continuare a spingere le costruzioni in zone dove è più difficile e costoso, portare servizi e trasporti e quindi è più probabile che si creino sacche di emarginazione. La sostenibilità del vivere, cioè delle relazioni sociali, e dell’abitare, cioè dell’edilizia e delle urbanizzazioni, è la nuova sfida del futuro, perché è necessario un cambio di strategia per rispondere sia alla crisi economica e ambientale, sia all’ imbarbarimento dei rapporti umani. L’impegno dell’ATER deve essere quello di progettare qualità, che abbiano come punti fermi proprio il rispetto dell’ambiente e la promozione della socialità. Occuparsi della tutela degli assegnatari, prendersi cura del cittadino, aiutarlo a essere consapevole nelle proprie scelte, costruire per lui un modello alternativo, ovvero quello di costruire case a chi la casa non ce l’ha, ma sulla zona di provenienza. Le costruzione di case popolari nelle periferie ha creato una situazione insostenibile dove chi si deve spostare per lavoro non può farlo o si condanna ad un pesante pendolarismo perché non riesce a trovare una casa a libero mercato se non a prezzi esorbitanti. Le condizioni di totale degrado di molti alloggi popolari soprattutto nelle frazioni, spinge il Sicet ad affermare che ormai nelle aree urbane l’edilizia popolare rappresenta i “ghetti esistenti nella città invisibile”. La nostra convinzione è che le case popolari essendo un bene comune vanno tutelate in quanto frutto di investimento di disponibilità della collettività.

Chiediamo pertanto, al Sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto e alla Presidente ATER Maria CECI, di aprire urgentemente un bando di mobilità, permettendo così agli anziani e disabili di avere la possibilità di cambiare l’alloggio adeguato alle proprie necessità personali e possibilmente in centro e/o presidio ospedaliero.