8 marzo: una giornata importante.
Invece che di violenza parlerò d’amore. Perché quando si parla di donne bisogna sempre pensare all’amore. Al loro grande amore. Oggi voglio farlo, con i miei auguri a tutte le splendide dottoresse che in ogni ruolo, in questo momento, come sempre, a Teramo, in Italia, nel mondo, si stanno battendo contro uno stupratore della vita, contro un violentatore seriale: il virus che sta mortificando la vita di tanta gente. Auguri a tutte le infermiere che, ancora una volta, stanno donando la loro vita in questa lotta contro il mostro che porta violenza, crea paure, diffonde insicurezza e spande il seme della povertà tra le nostre case. Auguri a Sara, Federica, Lorenza, Domenica, e a tutte le ragazze in divisa – molto più belle di tutte le sciacqua tazzine mezze nude della Durso e le menomate che le guardano – che senza paura, o con la paura nel cuore, comunque sono al loro posto e anche oggi come sempre garantiscono la nostra sicurezza contro ogni violenza, visibile o invisibile. Auguri a Francesca, Fiorella, Perla, Susy, Anna e a tutte le donne dello spettacolo che in questo momento, a braccia incrociate, sono in attesa che la paura passi per riprendere ciò che meglio sanno fare: regalare emozioni. Auguri a tutte Norma, Gina, Luciana. Tania e a tutte le madri che in questo momento, esattamente come ieri e come sempre, devono essere forti, devono essere pronte, devono essere il baluardo incedibile, devono essere più forti delle loro fragilità, pronte a difendere il frutto della loro vita contro tutto, pronte a donare la loro vita senza pensarci. In ogni istante. Oggi. Come sempre. Auguri alle mie amiche suore , a Maria e Betty, Ana, Brenda e Clara, che hanno immolato la loro vita per donarla a Cristo. E in questo momento stanno pregando per tutti noi. Auguri a Alessandra Di Pietro, Sabrina Del Gaone, Gabriella Liberatore e Manuela Divisi, tutte le insegnanti che affascinano i loro giovani con la loro passione, per la ricerca, con l’entusiasmo per il lavoro prezioso che fanno. Auguri a tutte quelle docenti che non insegnano perché non avrebbero altro da fare, ma lo fanno con l’amore per il sapere, per la voglia di donare, di aiutare a crescere. E anche a vincere dei momenti difficili. Auguri ad Antonietta Casciotti, Maria Marsili, Rosanna De Antoniis, Catiuscia Cacciatore, Cristina Di Pietro, Anna Ciammariconi, Romina Sulpizi, Emanuela Rispoli, e a tutte le amministratrici che vivono giorni difficili e nonostante questo sentono che non molleranno, che non faranno un passo indietro per essere sempre vicine ai loro cittadini che su di loro contano. E non è semplice. Ma ci saranno. Presenti. Auguri a tutte le dirigenti dei settori vitali della amministrazione. Vicine alle difficoltà della gente. Oggi più che mai. A chi è senza casa, a chi è senza lavoro, a chi è senza certezze e su di loro conta. E a tutte le donne che sentono forte il dovere di fare bene, con la fronte alta, con la schiena dritta, onestamente, fino in fondo il proprio dovere. Auguri a Ilaria Cucchi simbolo del coraggio, della determinazione. Dell’amore per la giustizia. Auguri a Federica Angeli a Marilena Natali, a Piera Aiello, e a tutte le donne dell’antimafia e delle forza dell’ordine. Donne che sanno dire “basta”. E lo fanno per amore. Contro l’odio. Auguri alle donne siriane che fuggono dalla guerra, sotto le bombe, costrette a fuggire come Maria di Nazareth, donne che come Maria “non trovano alloggio in città”, cercando una possibilità per la loro famiglia, in un mondo indifferente e senza pietà. Auguri a tutte le donne come Andrea Catizone che esercitano il diritto, che studiano e poi difendono con passione le donne che hanno subito violenze, stupri, molestie, mobbing, sessismo. Auguri alla direttrice Serena Suriani, e a tutte le giornaliste e donne di cultura che si battono contro le complicità, fatte a volte di piccole cose: sguardi, parole, gesti, omertà, silenzi, che fanno i conti con i rigidi e arcaici modelli della solidarietà maschile da machoman, attuando resistenze e conflitti. Contro i ruoli sociali che continuano ad essere luogo di violenza, potere e privilegio. Tra tanta idiota indifferenza complice. Auguri ad Annissima Di Paolantonio e a chi vive nel modo giusto questa “Festa”, a chi si impegna ogni giorno per spezzare il muro dell’omertà che spesso avvolge le vittime, creando una vera e propria gabbia di sofferenza. Chi subisce una violenza deve essere in condizioni di poterla denunciare, senza subire ritorsioni, o peggio, la riprovazione del mondo che lo circonda. È questo lo scopo di una giornata come questa. Perché il più forte alleato della violenza contro le donne è proprio il silenzio. Un silenzio che si nutre di pregiudizi. Auguri a chi come Tania Bonnici Castelli , a tutto il suo comitato, e a tutte le donne che donano il proprio tempo per fare prevenzione contro questo fenomeno? Contro i nostrani Don Rodrigo non si può più restare a guardare mentre ci dicono che, nel mondo, una donna su tre sopra i 15 anni, nel corso della propria esistenza subisce una qualche forma di violenza. E’ una vera e propria strage a cui si aggiungono le violenze quotidiane: sono infatti migliaia le donne molestate, perseguitate, aggredite, picchiate, sfregiate, umiliate, svalorizzazione, controllate ed intimidite, private o limitate nell’accesso alle proprie disponibilità economiche o della famiglia. Sono madri, figlie, sorelle, amiche, fidanzate, simbolo di una violenza infinita.