TERAMO – Ragazzi, non si scherza. Il Catanzaro non è la Paganese che, però, ha sconfitto i calabresi, quindi…

Con i giallorossi di Nicola Antonio Calabro (44 anni) sarà partita da “mors tua vita mea“, tra squadre di sostanza collaudata, che i biancorossi dovranno cercare di vincere o, almeno, di non perdere. Vincendola si prospetterebbe un finale ricco di aspettative; perdendola sarebbe ricco di tanti rimpianti per quello che poteva essere e che non sarebbe più stato. Un pari? Equivarrebbe ad un contentino poco utile per i nostri con il “branco” che ambisce a superarci e che soffia sul collo dei biancorossi. Il Catanzaro, sconfitto in casa nella partita di mercoledì, vorrà rifarsi e se la giocherà con piglio bellicoso: le assenze di Piacentini e di Bombagi squalificati e di Soprano (infortunato) saranno pesanti, ma in campo si andrà comunque in 11 contro 11 e siamo certi che i sostituti centuplicheranno le forze per non far rimpiangere gli assenti. Prevediamo una partita “tattica”, e qui ci affidiamo al “fosforo” di Massimo Paci se si presentasse  una matassa da dipanare e strategicamente ingarbugliata.

Gli avversari – Posizionati al quarto posto in classifica, vantano 44 punti, frutto di 12 vittorie, 8 pareggi e 6 sconfitte, con 31 reti realizzate e 26 subite. In trasferta 4 sono le vittorie, 5 i pareggi e 4 le sconfitte. Nelle ultime 13 gare ha perso tre volte, ultimamente a Pagani, poi in casa con la Casertana (una debacle, 0-3) e quindi con l’Avellino (0-1). C’è stata, però, anche la grande vittoria di domenica scorsa contro la Ternana (2-1) che ha cancellato l’imbattibilità dei rossoverdi. A discapito dello spettacolo mancheranno Bombagi da una parte e Carlini dall’altra, il loro vero uomo squadra.

Il modulo – Passando al campo, Antonio Calabro applica il 3-4-1-2 , ma con l’assenza di Carlini ha più di un’alternativa dalla sua. Proviamo a fare il processo alle intenzioni: potrebbe optare per un 3-5-2: in porta Di Gennaro (33),  difesa a tre, da destra a sinistra, con Scognamillo (14), Fazio (13) e Martinelli (5); sulle fasce, a destra, spinge Garufo (32) e a sinistra Porcino (34). A centrocampo, in mezzo, agisce Corapi (4) regista, con “scudieri” Risolo (21) e Verna (8) ai lati. In attacco, con il rientro di Di Massimo (18), potrebbe giocare uno tra Curiale (7), Evacuo (17) o Jefferson 9, nostra vecchia conoscenza. Potrebbe però anche essere impiegato Casoli (27), a destra come a sinistra, utile più sulla trequarti al posto di Carlini, dietro alle due punte e a discapito di Risolo in mediana. Altro modulo, raramente applicato ma che non andrebbe escluso a priori, è il 4-3-1-2, con Scognamillo, Fazio, Martinelli e Contessa (3) in difesa: centrocampo a tre con Corapi centrale, Verna e Risolo (o Baldassin) ai lati e Casoli dietro alle punte Evacuo e Di Massimo. Altri elementi: Gatti (19) e Riccardi (20) difensori centrali, Contessa esterno basso sinistro, di spinta, Baldassin (23) centrocampista di contenimento, Molinaro (15) punta centrale, Grillo (25) ala destra.

Considerazioni finali – E’ Corapi l’ispiratore della manovra, l’uomo assist che va annullato ed ingabbiato. Il Catanzaro prova a costruire con lui, dal basso, e con i tre centrali, lenti e compassati che, se pressati, vanno facilmente in difficoltà. Se non riescono a palleggiare in uscita, da dietro, i tre difensori rilanciano lungo. Scognamillo sulla linea per Curiale che si apre in fascia destra, Martinelli a sinistra per Di Massimo, che parte dal centro verso l’esterno in percussioni arrembanti. Garufo spinge tanto a destra e Porcino viene avanti a sinistra, ma più in appoggio, dialogando corto, essendo un centrocampista: non è molto veloce ed è spesso falloso nei recuperi sofferti. Se gioca invece Contessa, è potente e ficcante. La loro difesa a tre soffre i cambi di gioco, quando i “quinti” sono spesso in ritardo. Come tutte le difese a tre, soffrono se isolati e non compatti tra loro. Il braccetto di destra, Scognamillo, non ci sembra un fulmine di guerra (è l’anello debole?). I tre difensori, sugli angoli a favore, vengono in area a colpire tutti insieme. In attacco Curiale, destro, si apre spesso sul centro destra e sui cross bassi da destra, attacca la palla sul primo palo, giocando in anticipo. Corapi batte le punizioni laterali di sinistra a rientrare, e gli angoli. Marcano a uomo sulle battute dalla bandierina altrui, ma non proteggono il secondo palo. Sono pericolosissimi nelle ripartenze in campo aperto, con Di Massimo in accelerazione e in corsa dritta, sulla fascia sinistra, da dove rientra per “armare” il suo destro al tiro o alla rifinitura verso la lunetta. La loro è una squadra su con gli anni, stanca, forse non abituata al sintetico.

Pressiamoli e raddoppiamoli in ogni zona: teniamo i ritmi alti con un giro palla veloce e con continui cambi di gioco. Il Diavolo può vincere con il suo gioco collaudato, che sviluppa geometrie ben definite interpretate da ottimi giocatori. Forza ragazzi; loro avranno ancora nelle gambe il “tour de force” delle gare con Palermo, Ternana ed Avellino: crediamoci per continuare a sognare e ad avvicinare il quarto posto, anche perché equivarrebbe ad allontanare la decima…

E’ quasi tassativo vincere, perché in pochi punti sono raccolte in tante e, con le vittorie di Casertana e Palermo, sono solo due le lunghezze che ci separano dall’ultimo posto utile per la disputa dei play off. Arrivederci al post partita di lunedì – Diego Di Feliciantonio