TERAMO – Il trionfalistico ingresso del Sindaco di Giulianova Jwan Costantini, rappresenta non solo uno dei peggiori inganni politici ai danni dell’elettorato, ma anche l’espressione evidente di come le ambizioni del singolo possano diventare più importanti della volontà di molti. La scelta di Costantini di salire sul Carroccio, é la negazione stessa della politica. È un insulto alla volontà popolare.
Presentatosi civico, proprio per segnare la distanza dai partiti, Costantini non ha avuto un ripensamento ideologico, ma ha mercanteggiato un ruolo per placare la sua bramosia di apparire. Mostrandosi ora vicino a Fratelli d’Italia, ora alla Lega, alla fine ha scelto chi offriva di più, mettendo sul piatto della bilancia non la sua Giulianova, ma il suo futuro politico personale. Sfruttando il ruolo di Sindaco, che gli elettiti gli avevano assegnato preferendolo proprio ad un candidato della Lega, Costantini entra nel partito di Salvini non da iscritto, ma da dirigente, con un incarico da coordinatore e prossime cariche e candidature già decise. Riuscendo nella “storica” impresa di essere Sindaco di un partito… d’opposizione, visto che nel suo Consiglio Comunale i rappresentanti della Lega, legittimamente eletti in quanto tali, siedono all’opposizione.
Del resto, un identico paradosso lo si ritrova in Regione, dove la Lega é apertamente critica verso la sua stessa maggioranza, non facendo venir meno attacchi diretti al presidente Marsilio, ma certo senza mai rischiare di porte fine alla consiliatura. Segno evidente, come quello di Costantino, di un decadimento della politica.
L’elettorato giuliese, storicamente legato ai valori della sinistra più sincera, non meritava l’insulto di un “finto civico” che ha fatto uso del consenso al solo personale vantaggio. La Giulianova partigiana e solidale, accogliente ed egalitaria, oggi si sveglia leghista. Perché il Sindaco civico l’ha ingannata solo per far carriera.
Presentatosi civico, proprio per segnare la distanza dai partiti, Costantini non ha avuto un ripensamento ideologico, ma ha mercanteggiato un ruolo per placare la sua bramosia di apparire. Mostrandosi ora vicino a Fratelli d’Italia, ora alla Lega, alla fine ha scelto chi offriva di più, mettendo sul piatto della bilancia non la sua Giulianova, ma il suo futuro politico personale. Sfruttando il ruolo di Sindaco, che gli elettiti gli avevano assegnato preferendolo proprio ad un candidato della Lega, Costantini entra nel partito di Salvini non da iscritto, ma da dirigente, con un incarico da coordinatore e prossime cariche e candidature già decise. Riuscendo nella “storica” impresa di essere Sindaco di un partito… d’opposizione, visto che nel suo Consiglio Comunale i rappresentanti della Lega, legittimamente eletti in quanto tali, siedono all’opposizione.
Del resto, un identico paradosso lo si ritrova in Regione, dove la Lega é apertamente critica verso la sua stessa maggioranza, non facendo venir meno attacchi diretti al presidente Marsilio, ma certo senza mai rischiare di porte fine alla consiliatura. Segno evidente, come quello di Costantino, di un decadimento della politica.
L’elettorato giuliese, storicamente legato ai valori della sinistra più sincera, non meritava l’insulto di un “finto civico” che ha fatto uso del consenso al solo personale vantaggio. La Giulianova partigiana e solidale, accogliente ed egalitaria, oggi si sveglia leghista. Perché il Sindaco civico l’ha ingannata solo per far carriera.
Manola Di Pasquale