TERAMO – Se la Asl non troverà la soluzione per evitare la cessazione dei 191 contratti a tempo determinato in scadenza il 31 ottobre, a pagarne le conseguenze saranno più di tutti i cittadini. Il segretario provinciale del Nursind Teramo, Giuseppe De Zolt, va dritto al cuore del problema che sta investendo l’Azienda sanitaria locale. “Non c’è solo in ballo il destino lavorativo di ben 191 figure professionali, di cui una cinquantina di infermieri, ma soprattutto i servizi sanitari offerti da questi professionisti. Servizi essenziali che, qualora la Asl si trovasse improvvisamente senza queste unità di personale, non potrebbe più garantire”.
Nell’incontro convocato giovedì dalla direzione dell’azienda con le organizzazioni sindacali, è stata espressa unanime contrarietà all’ipotesi di cessazione dei contratti. La lettura di De Zolt è chiara: “Le responsabilità sono di tipo politico ma anche aziendale. La Asl di Teramo è virtuosa e rispetta il tetto complessivo di spesa per il personale. Tuttavia i circa 8 milioni spesi nel 2009 per i contratti a tempo determinato non sono sufficienti, in quanto le previsioni di spesa per la stabilizzazione dei precari ammontano a circa 13 milioni di euro. La colpa dell’azienda – prosegue De Zolt – è quella di non aver programmato per tempo le assunzioni a tempo indeterminato, che pure ha avviato recentemente chiudendo la procedura concorsuale e trasformando un centinaio di contratti a tempo determinato in posti di lavoro stabili. In questo modo avrebbe evitato di trovarsi adesso in emergenza visti i continui e numerosi pensionamenti. Il paradosso – rileva De Zolt – è che la Asl può assumere a tempo indeterminato, ma serve l’autorizzazione della Regione, e quindi della politica, per derogare alle disposizioni di legge”.
Il timore del Nursind è che possa esserci una volontà politica dietro le difficoltà di personale che vive la Asl di Teramo: “Non vorremmo – spiega il segretario De Zolt – che la Regione tolga le risorse alla Asl per costringerla ad eliminare alcuni servizi importanti o, in ultima istanza, a chiudere un ospedale. La Asl di Teramo ha bilanci virtuosi e può assumere – conclude De Zolt – ma se non programma da oggi il fabbisogno del 2019 il problema si riproporrà uguale anche il prossimo anno”. Nonostante le enormi difficoltà legate alla cronica carenza di personale, tutti i lavoratori stanno mettendo impegno e disponibilità massimi, anche nell’affrontare turni insostenibili che dovrebbero rappresentare l’eccezione e invece sono diventati la regola. Sul fronte della reperibilità, ad esempio, in alcuni reparti da mesi i dipendenti sono costretti a farne più del doppio rispetto a quanto previsto nel Contratto collettivo nazionale: 10-12 (con punte di 15) a testa quando il contratto ne prevede 6. “Se dovessero venire a mancare quasi 200 lavoratori alla Asl – conclude De Zolt – il carico di lavoro diventerebbe insostenibile”.