Oggi è carnevale. Il carnevale è una festa contagiosa come il Covid, è una festa di gruppo, di massa, dove il contagio dell’allegria è irrefrenabile, dove ci si maschera per osare quello che nella normalità non si osa dire, per usare lo scherzo ingenuamente o maliziosamente, per avvicinare l’amato o l’amata riottosa in un ballo di gruppo, per nascondersi con l’amante segreto in una bolgia di maschere ridanciane. Oggi è il carnevale dei carri che sfilano con la loro carica di comicità, di satira a più livelli, di folklore esotico, di arte straordinaria di cartapesta. Oggi è il carnevale dei bambini che vivono la festa come il gioco più bello dell’anno, come la favola in cui vorrebbero vivere realmente. Oggi è anche il carnevale negato, per prudenza, per evitare la diffusione del contagio. Oggi non è un carnevale di festa. Oggi è un carnevale di dolore. Oggi è il carnevale di tante cose, che prelude a un periodo di astinenza. La penitenza no, perché quella l’abbiamo già fatta. Poi ci sarà la Pasqua di resurrezione. E speriamo di poter risorgere finalmente da questo periodo buio, di poter entrare in una nuova era che già stanno chiamando “risorgimento”. Forse lo chiameranno neo-risorgimento, e ci racconteranno che, finalmente, il medioevo è finito.
di Pasquale Felix