ROMA – Il bullismo e il cyberbullismo sembrano essere un’esperienza quotidiana per troppi giovani. Il 68% di loro dichiara di aver assistito ad alcuni episodi, mentre ne e’ vittima il 61%. Numeri allarmanti, pubblicati in occasione della Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, che si celebra oggi, dall’Osservatorio Indifesa e ScuolaZoo. “Il bullismo e’ piu’ diffuso di quello che si possa pensare”, spiega all’AGI Maura Manca, psicoterapeuta e presidente dell’Osservatorio nazionale adolescenza: “i numeri sono veramente alti, impressionanti, e troppo spesso vengono sottovalutati“. La dottoressa Manca, che dal 2001 studia il fenomeno, e’ convinta che “di bullismo se ne parla male. Nonostante sia conosciuto in tutte le sue sfaccettature i numeri continuano a salire. Qualcosa che non funziona c’e’, perche’ nonostante tutto non riusciamo a debellarlo“. Secondo Maura Manca, “il bullismo si manifesta con episodi ripetitivi e sistematici. Ed e’ proprio questa modalita’ che distrugge la vittima e cio’ che fa piu’ male e’ il silenzio di tutti gli altri. A volte i ragazzi mi dicono: ‘Perche’ quando mi prendono in giro nella chat nessuno interviene?’. Si puo’ quindi parlare di bulli o di cyberbulli facendo riferimento a coloro che condividono, commentano o rafforzano l’azione attraverso il silenzio“.

La dottoressa Manca sottolinea, parlando con l’AGI che “in genere si parla di bullismo facendo riferimento a comportamenti macroscopici, dove c’e’, ad esempio, una violenza fisica o ci sono condizioni di sofferenza piuttosto gravi. Questo e’ gia’ un problema. Perche’ se il fenomeno viene interpretato male in partenza, non si ha la consapevolezza di subirlo. Certe volte quelli che vengono scambiati per bambinate o ragazzate sono in realta’ fenomeni di bullismo“. Dall’indagine, realizzata nel corso del 2020 su 6.000 ragazzi, dai 13 ai 23 anni, provenienti da tutta Italia, si evince che solo l’8,02% delle adolescenti ammette di aver compiuto atti di bullismo, o cyberbullismo, percentuale che cresce fino al 14,76% tra i ragazzi. In compenso, sembra che i giovani conoscano bene la pericolosita’ del web. Sei adolescenti su 10 dichiarano di non sentirsi al sicuro online. Sono le ragazze ad avere piu’ paura, soprattutto sui social media e sulle app per incontri, lo conferma il 61,36% di loro. Tra i rischi maggiori sia i maschi che le femmine pongono al primo posto il cyberbullismo (66,34%), a seguire per i ragazzi spaventa di piu’ la perdita della propria privacy (49,32%), il Revenge porn (41,63%), il rischio di adescamento da parte di malintenzionati (39,20%), di stalking (36,56%) e di molestie online (33,78%). Mentre dopo il cyberbullismo, l’incubo maggiore per le ragazze e’ il Revenge porn (52,16%) assieme al rischio di subire molestie online (51,24%), all’adescamento da parte di malintenzionati (49,03%) e alla perdita della propria privacy (44,73%). La dottoressa Manca, infine, sottolinea che il fenomeno non e’ diffuso solo tra gli adolescenti. “La fascia dei bambini – dichiara – e’ molto colpita. I numeri sono estremamente alti, anche se le forme sono proporzionate all’eta’. A volte viene sottovalutato il problema. E’ ovvio che la violenza fisica e quella subdola, ma piu’ intenzionale, necessitano di uno sviluppo cognitivo maggiore, che non puo’ avere un bambino piu’ piccolo. In tanti bambini della scuola dell’infanzia, ci sono – conclude – delle modalita’ di relazionarsi basate sulla prevaricazione. Il problema e’ che poi i bambini crescono e si strutturano in questo modo” – AGI –