TERAMO – Sono stati pubblicati il 26 gennaio 2021 sul sito del Ministero dell’Istruzione i primi dati sulle iscrizioni alle scuole di ogni ordine e grado. In Abruzzo (dati omogenei anche per la provincia di Teramo) nella scuola primaria le famiglie hanno chiesto un tempo scuola per il 5,5% di 24 ore, per il 40,7% di 27 ore, per il 23,2% di 30 ore e per il 30,5% il tempo pieno di 40 ore. Richieste al di sotto della media nazionale, in particolare per il tempo pieno, che nelle regioni del Centro Nord è di oltre il 50%. Ci si è concentrati in particolare su una domanda di tempo scuola ridotto a 27 ore. Anche nella secondaria di primo grado il tempo scuola chiesto dalle famiglie in Abruzzo si attesta su livelli minimi. Il 91,4% ha richiesto per i propri figli un tempo scuola di 30 ore, il 5,6% di 36 ore e il 3,1% fino a 40 ore. Sono varie le ragioni che spingono a tali scelte; tra le altre non va dimenticato che l’Amministrazione scolastica ha programmato gli organici dei docenti non sulle richieste ma su parametri minimi, ai quali si sono adeguati le famiglie. Non è stata data alle scuole la possibilità di ampliare l’offerta formativa, nonostante le emergenze che stiamo vivendo.
Per le superiori preferiti i Licei, con il 63,9% degli iscritti (il dato nazionale è del 57,8%), poi gli Istituti tecnici, con il 27,5% (il dato nazionale è del 30,3%), mentre i Professionali si fermano all’8,6% (il dato nazionale è del 11,9%). Sono stabili le iscrizioni al Liceo Classico (8,3%) aumentano quelle allo Scientifico (33,2%), soffre l’istruzione tecnica, in particolare quella economica, risultano residuali gli istituti professionali.
“Sembra evidente che famiglie e studenti si rivolgono a percorsi di studio che consentono di scegliere tra una pluralità di opzioni di studio o professionali, piuttosto che cercare sbocchi specifici – commenta la FLC CGIL Teramo – ciò spiega l’incremento costante delle iscrizioni ai percorsi liceali. La riforma degli istituti professionali avviata con il DLgs 61/17, non ha fatto che indebolire un segmento, che ha la sola colpa di rivolgersi a contesti industriali e imprenditoriali poveri e frammentati. Prosegue il calo di iscrizioni degli istituti professionali che rimangono ancorati all’idea di scelte di vita precoci e a percorsi a vicolo cieco, che stanno favorendo una sempre più marcata canalizzazione tra gli studenti. Si confermano le nostre critiche per una affrettata e improvvida attuazione del riordino, senza alcun coinvolgimento di chi opera tutti i giorni nella scuola, che ha mostrato di non avere ricadute in termini di orientamento sulle scelte degli studenti”.
“La lettura del dato sulle iscrizioni dovrebbe orientare verso percorsi di riordino della scuola secondaria di II grado nella prospettiva di: restituire il tempo scuola drasticamente ridotto dai governi di centro destra; di elevare l’obbligo scolastico a 18 anni, soprattutto per combattere la dispersione scolastica e gli evidenti processi di separazione e canalizzazione fra studenti e di gerarchizzazione tra i percorsi di studio. Si tratta di obiettivi prioritari per lo sviluppo civile, sociale, culturale, economico e democratico delle nostre realtà territoriali, oltre che dell’intero Paese”, conclude il sindacato.