TERAMO – “La localizzazione del nuovo Ospedale è un tema particolarmente sentito nel capoluogo. Un’ idea su quale sia l’orientamento comune sulla vicenda, noi crediamo che i cittadini l’abbiano già espressa con la petizione che chiedeva di mantenere la struttura a Villa Mosca”. Così, in una nota la Consigliera comunale di Teramo del Movimento 5 Stelle, Pina Ciammariconi. “Numeri importanti – continua – quelli evidenziati dalla raccolta delle firme, nonostante la lunga interruzione dovuta alle due ondate di Covid. Numeri che, a nostro modo di vedere, dovrebbero far riflettere Sindaco ed Amministrazione la cui posizione sul progetto appare ancora piuttosto nebulosa”.
“Non vogliamo tornare sulle tante ragioni chiaramente espresse nelle diverse conferenze stampa, che ci inducono a preferire la location di Villa Mosca a scelte strategiche che reputiamo decisamente infelici. Vogliamo invece ricordare ai componenti dell’attuale maggioranza che un loro cavallo di battaglia, tanto in campagna elettorale quanto nei primi mesi della loro azione di governo, sia stato la democrazia partecipativa. Istituto che condividiamo totalmente – continua la Consigliera – al punto di ritenere fondamentale l’espressione dei cittadini su di un tema così importante. In quale altra occasione altrimenti la cittadinanza dovrebbe pronunciarsi? Cosa c’è di più importante, in termini di scelte urbanistiche, strategie economiche, volontà politiche, della localizzazione di un ospedale?”
“Proprio affinché sia garantita la possibilità di incidere a tutti gli aventi diritti al voto, abbiamo chiesto in data odierna una modifica della delibera di giunta, che fissa attualmente nel Regolamento Comunale al 50% la soglia di sbarramento del quorum, che venga ridotta al 20% poiché l’attuale è ritenuta piuttosto alta per un referendum di tipo consultivo. Affinché la richiesta di modifica sia approvata – conclude Ciammariconi – è necessaria la sottoscrizione della maggioranza dei consiglieri comunali. A loro va il nostro appello per far sì che questa battaglia di civiltà possa avere una conclusione partecipata, condivisa, realmente democratica”.