ROMA – “Andiamoci piano. Come si puo’ parlare di ritorno alla vita normale. Viviamo in una pandemia, il virus circola diffusamente nel nostro Paese e i servizi sanitari sono sotto stress“. Il presidente dell’Istituto superiore di sanita’, Silvio Brusaferro, componente del Comitato tecnico-scientifico, in una intervista al Corriere della Sera continua a raccomandare prudenza, per “evitare che la curva riparta“. “E questo – aggiunge – si puo’ fare adottando con rigore e sistematicamente le misure di prevenzione che ormai gli italiani conoscono: mascherina, distanziamento, igiene delle mani, no assoluto agli assembramenti. Non e’ il momento di rilassarsi. Tutti i dati mostrano che l’epidemia non e’ finita, e’ ancora in una fase molto pericolosa. Abbiamo pero’ imboccato la strada per controllarla grazie ai vaccini“.

L’andamento dell’Rt, che indica la velocita’ di riproduzione del virus – sottolinea Brusaferro – sta di nuovo risalendo e il numero dei nuovi positivi rimane elevato. Vediamo inoltre che lo stesso avviene negli altri Paesi europei dove le curve sono in crescita e questo mal comune deve metterci in guardia. Non possiamo illuderci di starne fuori. Dunque la situazione generale richiede grande attenzione“. Secondo il presidente dell’Iss “il vaccino e’ un segnale positivo di grande speranza pero’ per i prossimi mesi dovremo continuare a mantenere uno stretto controllo dei comportamenti individuali e sociali. Il ragionamento ‘vabbe’, ora c’e’ il vaccino e allora posso riprendere a fare come prima non e’ corretto. Al contrario, pensarla cosi’ finisce per favorire la circolazione del virus. In questa prima fase serve a proteggere le categorie a rischio, vale a dire operatori sanitari e anziani delle residenze sanitarie. Nelle prossime settimane e mesi potremo progressivamente raggiungere tutte le fasce della popolazione“. In merito alla situazione attuale, Brusaferro evidenzia che “i dati sull’impatto dell’epidemia relativi a questo periodo li vedremo a meta’ gennaio. Oggi i numeri quotidiani e l’incidenza sono ancora superiori ai 50 nuovi casi per 100.000 abitanti nei sette giorni, e il margine di resilienza del sistema sanitario e’ risicato. Quindi non e’ possibile fare a meno di misure di mitigazione. Il monitoraggio del 15 gennaio sara’ basato sui dati relativi a queste settimane e potremo capire meglio l’effetto delle chiusure” – AGI –