TERAMO – Non è facile parlare di calcio giocato quando è un anno intero che il Covid ci ha privato dello sport che amiamo.
Vorremmo tornare sugli spalti ad esultare, abbracciarci per una rete. Questo chiediamo al nuovo anno, tornare a goderci tutte quelle cose semplici che davamo per scontate. Onestamente allo sportivo teramano, che ama questi colori, non piace essere” bombardato” dalle continue lamentele del nostro presidente che, anche nell’ultimo giorno dell’anno, non risparmia esternazioni, addossando colpe a destra e a manca per mancati sostegni o per promesse non mantenute dalle istituzioni o dagli imprenditori.
Bisogna ammettere che la fortuna non gli è stata amica; questo virus vigliacco, con la chiusura degli stadi, non ha permesso introiti economici di sostanza, sconvolgendo tutti i programmi e dando spazio a ripicche continue. Siamo d’accordo con lui quando dice che il Teramo è sì, di tutti, ma i soldi ce li mette lui. Dopo le ultime esternazioni, però, siamo costretti ad “esternare” il nostro punto di vista.
Noi vorremmo amarlo il nostro Presidente, ma sembra che il suo hobby preferito sia quello di non farsi amare. La calda tifoseria biancorossa lo ha sempre supportato. Come dimenticare gli esodi domenicali al seguito della squadra nei campi più lontani del sud? Poi i rapporti si sono incrinati e, malgrado questo, c’è stato l’ottimo girone di andata, ma qui si continuano a creare dualismi ingiustificati e deleteri.
Chi scrive non è una persona importante, ma è stato per anni nella società biancorossa in vesti diverse ma sempre da tifoso (segretario, allenatore nel settore giovanile, allenatore in seconda della prima squadra per quattro anni, allenatore dei portieri ed osservatore) e testimone per 50 anni delle vicende del nostro amato Teramo.
Io mi “ribello” alle parole di Iachini, perché trovo poco elegante (per essere… buono nel giudizio) sparare sulle passate gestioni. Iachini non conosce la storia e non è corretto fare passare tanti dirigenti e presidenti del passato, come dei passionari e basta.
Oggi non si parla che di future plusvalenze, come se prima d’ora le passate società non erano avvezze a farle. Ci si riempie la bocca di un fiorente settore giovanile, come se prima non ci fossero mai stati, anche di importanti. Oggi ci si riempie la bocca nel vantarsi che tutte le squadre del settore giovanile sono ai primi posti delle rispettive classifiche… Grave, molto grave! Non bisogna stare nei primi delle classifiche perché non serve a nulla! Bisogna invece sfornare giocatori, possibilmente locali o di paesi limitrofi, a difesa del nostro territorio!
Un grande allenatore tedesco ripeteva spesso che nei settori giovanili chi vince sempre non sforna giocatori, ma arricchisce il proprio palmarès schierando in campo sempre i ragazzi migliori ma tralasciando i più deboli, che magari hanno potenzialità ancora inespresse. Senza aggiungere che sarebbe opportuno sfornare mezzali e attaccanti, non soltanto difensori. Finora non ci sembra di vedere granché.
Un esempio è l’Atalanta; i loro ragazzi sono quasi tutti di Bergamo Alta, tutt’al più della provincia. L’Atalanta, nel campionato Primavera, non è prima in classifica perché le partite le perde, ma nel contempo sforna tanti calciatori che vanno a finire in prima squadra, in serie A, e giocano in Europa. E come l’Atalanta, tante altre.
Tornando a noi c’è da evidenziare una piccola e sostanziale differenza: ad allenare nel settore giovanile, ieri, c’erano allenatori teramani che si accontentavano di poco e sfornavano giocatori a getto continuo, che giocarono in serie C e nella squadra della loro città e tanti altri in B ed anche in A, facendo plusvalenze.
Teramo ha avuto contatti importanti anche con squadre di serie A: la Sampdoria, il Bologna, il Napoli e tante altre… stipulando comproprietà e facendo plusvalenze. I grandi presidenti e dirigenti che hanno permesso di realizzare tutto ciò corrispondono ai nomi di: Profeta, Ferraioli, De Virgiliis, Lombardi, Filipponi, Bergamante, D’Angelo, Di Pasquale, Di Giovanni, Rabbi, Nisii, De Berardis, Rodomonti, Cerulli Irelli, Pediconi, Campitelli, Malavolta e dei “saggi” Gebbia, Petrella, la gentile signora Di Giuseppe, Partenza, De Juliis e chiediamo scusa se dimentichiamo tantissimi altri.
Questi personaggi, tutti, pervasi da una grande passione, ci hanno rimesso soldi, tempo e salute, ma non si sono mai lamentati ed hanno coinvolto sempre tutta la città. E possiamo garantire che erano personaggi molto competenti, non certo dei dilettanti allo sbaraglio; si circondavano di collaboratori importanti quali il mitico Matriciani, Maselli, Giovannelli o direttori sportivi del calibro di Rodomonti, Florimbi, Graziani, Di Giustino, Prade’, Minguzzi, Meluso e tanti altri. Ometto di elencare i giocatori sfornati da noi, umili allenatori professionisti locali; l’elenco è infinito e molti di loro erano teramani.
Tornando all’ossessione delle plusvalenze: lo scorso anno, se lei, caro presidente, si fosse meglio consigliato e si fosse circondato di teramani, oggi, forse, conoscerebbe meglio la storia del glorioso Diavolo e lo amerebbe di più. E se avesse confermato in blocco la squadra che già c’era, ed era forte, apportando piccoli ritocchi, avrebbe risparmiato una montagna di soldi tra tanti contratti nuovi per i calciatori ed altri, esagerati, per tecnici della prima squadra e del settore giovanile.
Poi, me lo lasci dire, questo sarebbe stato il vero risparmio per una grande plusvalenza… così fosse stato oggi potevamo confrontarci in un clima più idilliaco e lei sarebbe stato molto più tranquillo.
Iniziamo il 2021 con la speranza che il Covid venga debellato e si possa tornare sugli spalti a tifare Teramo. Abbiamo solo tanta voglia di normalità e la speranza che il progetto di un grande Teramo, se lo vorrà veramente, avrà un roseo futuro.
Vedrà che tutti le vorremo più bene.