TERAMO – “Tu ci Chiudi Tu ci Paghi” è lo slogan che campeggia sullo striscione dell’assemblea che si è tenuta in Piazza Orsini a Teramo, riunendo le categorie maggiormente colpite dalle prescrizioni anti Covid e lockdown. Dai commercianti, ai ristoratori, al mondo della cultura si sono ritrovati per lanciare l’allarme sulla crisi sanitaria e le conseguenze sulle categorie colpite più duramente, soprattutto dopo l’ultimo DPCM. Un decreto, sostengono gli organizzatori, che ha scelto di tenere aperti i centri commerciali chiudendo ristoranti, teatri, cinema e circoli socio-culturali, solo per fare degli esempi. La grande distribuzione, ovvero, sacrificando il tessuto sociale ed economico “per loro meno importante, salvaguardo altri interessi”.

E per ‘loro’ si intende il Governo, la Regione, i Comuni, passati sotto la lente d’ingrandimento dei partecipanti all’assemblea pubblica, dall’associazione ‘Futuro collettivo’ alla Casa del Popolo, al mondo culturale e ai rappresentanti delle categorie colpite (lavoratori occasionali e part-time, disoccupati, studenti, pendolari, operatori sanitari, del mondo sportivo e delle filiere connesse con i settori interessati), per confrontarsi con idee e proposte e per chiedere assunzione di responsabilità, da parte delle istituzioni, sulle scelte fatte e per dare una mano concreta a tutte quelle persone che, a causa di queste nuove chiusure, fanno fatica a ‘sopravvivere’.

Dunque il blocco dei pagamenti di affitti, mutui e utenze, chiede Vincenzo Quaranta dell’associazione ‘Futuro collettivo’ e lo stanziamento della cassa integrazione totale per tutti i dipendenti e per i lavoratori del mondo dello spettacolo e della cultura; a lui fa eco il Partito Comunista che aggiunge anche il blocco dei licenziamenti per il 2021,  tra i diversi interventi di emergenza, con investimenti immediati su sanità, trasporti e scuola e la tassazione per i ‘giganti del web’.

E se la cultura dovrebbe essere, come si dice, il fiore all’occhiello dell’Italia, il ritratto che ne fa Renato Pilogallo, rappresentante di un mondo che a Teramo conta 16 scuole di danza, un circuito teatrale regionale, una Fondazione e poi orchestre e diversi artisti, alla luce della crisi attuale, è veramente allarmante e desolante: “E’ il mondo più ricattato e ricattabile – ha detto Pilogallo – gli interventi di ristoro del Governo (andati prevalentemente ai teatri, ma non alle maestranze e agli artisti) hanno messo in luce un fenomeno del lavoro nero superiore a quello dell’edilizia e dell’agricoltura. Eppure il mondo dello spettacolo dal vivo e della cultura muove 450mila persone dirette, ovvero un indotto di circa 3milioni di persone che si muovono intorno a un mondo che va dall’editoria ai circoli culturali, con tutti gli artigiani che ci lavorano dentro”.

 

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