Più che un brutto sogno mi trovo dentro un incubo senza uscita. La mia vita è appesa a un filo.

Ormai mi sono convinto che il killer prima o poi mi prenderà. Mi sta cercando, ne sono sicuro; mi segue di nascosto, invisibile ai miei occhi. Può essere chiunque, un brutto ceffo, come si vede nei film di spionaggio, o magari una bella donna. È difficile salvarsi quando il pericolo viene da una bella donna, istintivamente ti senti attratto da lei, così ti avvicini invece di allontanarti! È lei, la donna, il sesso forte: se il killer ha le sue sembianze sei spacciato!

Neanche la notte mi sento tranquillo, non riesco quasi più a dormire, non vedo l’ora che faccia giorno per alzarmi e uscire. Ma poi non so dove andare. Non c’è posto dove possa nascondermi. Ormai mi sento in fuga come l’orsa M49 su nei boschi del Trentino.

Non entro più in un bar da un pezzo, il killer potrebbe essere lì ad aspettarmi, così mi compro quelle cialde espresso che infili nella macchinetta elettrica a casa e ti fanno un caffè in quattro secondi, schiumoso come quello del bar. Certo anche il supermercato è pericoloso, il killer può essere là, nascosto tra la folla: devi sperare solo di non farti beccare. Dovrò evitare anche i supermercati alla fine se voglio salvarmi!

Quando incontro qualcuno cambio strada, mi allontano o faccio dietrofront, anche se è un conoscente faccio finta di non riconoscerlo, chi mi dice che il killer non abbia un viso conosciuto? Ma mi faccio prendere troppo dalla paura.

Così mille pensieri e mille paure mi arrovellano la mente mentre giro l’angolo della strada. E lui è proprio là che mi sta aspettando, appostato dietro l’angolo, il volto coperto da una maschera. Mi viene incontro, il killer maledetto, tenta di afferrarmi, mi guarda con un ghigno perverso abbassandosi la maschera per farsi riconoscere! Dice di essere un vecchio amico, che non ci vedevamo  da tanto tempo, che mi pensava in questi giorni e sperava proprio di incontrarmi! Quelle parole mi fanno raggelare il sangue: sono spacciato! Mi dice se vogliamo prenderci un caffè assieme e intanto mi afferra per un braccio. Il nemico è subdolo, sempre. Gli do uno strattone per divincolarmi dalla presa, gli grido di starmi lontano, che non riuscirà a prendermi! Allungo il passo per allontanarmi. Il virus killer, il coronavirus, può nascondersi dappertutto, anche nei panni di un vecchio amico! Forse l’ho scampata anche questa volta. Anche se ho perso una parte di lucidità mentale; e, quel che è peggio, un pezzo di umanità. Quando finirà l’incubo, mi chiedo, mentre corro via trafelato a rinchiudermi in casa.

 

 

di Pasquale Felix