L’AQUILA – “Sono un credente ma non porgo l’altra guancia, decidessero loro, se vogliono cacciarmi vado all’opposizione che avrebbe 15 consiglieri contro i 16 della maggioranza: e si deve considerare che ho altri due consiglieri di Fi ai quali mi lega una profonda amicizia. Se vogliono fare un danno sopra un altro, facessero pure”. Con parole serene, ma ferme, l’assessore al Turismo della Regione Abruzzo, il forzista Mario Febbo, risponde alle critiche che gli sono piovute addosso dopo la sconfitta del centrodestra a Chieti, dove l’azzurro, con larga parte dei berlusconiani, al primo turno ha appoggiato il candidato Bruno Di Iorio, sostenuto da civiche, ma anche da parti di centrosinistra. Al ballottaggio l’assessore, al centro degli strali della Lega che ha chiesto la sua testa in Regione,
è tornato nuovamente nel centrodestra virando sul candidato sindaco, l’ex consigliere regionale e parlamentare Fabrizio Di Stefano, che però, dopo aver vinto nettamente al primo turno, ha perso con il portacolori del centrosinistra Diego Ferrara.
Le ultime accuse nei suoi confronti sono arrivate oggi da parte di Di Stefano e del coordinatore regionale della Lega, il deputato aquilano Luigi D’Eramo, in una conferenza stampa di esame del voto. “A mio avviso, con serenità dobbiamo fare un esame di quello che è successo per prepararci alle elezioni della prossima primavera che vedono al voto comuni importanti – spiega ancora Febbo – Dobbiamo capire quali sono stati gli errori che abbiamo fatto, cerchiamo di non ripeterli e andiamo a vincere il prossimo anno, non disperdendo il buon governo del centrodestra in Regione e negli altri enti amministrati”.  (ANSA).