SILVI – Se guardare al mondo della scuola significa guardare al futuro del proprio paese, qual è il panorama che si presenta ai nostri occhi? Una scuola reduce da uno scossone che ne ha mostrato le numerose debolezze ed un’università ancor più dimenticata, scomparsa dall’interesse politico e, soprattutto, mediatico. Il tema scolastico, va invece concesso, è stato uno dei più dibattuti e controversi sin dall’inizio dell’epidemia, quando ancora si discuteva dell’efficacia della chiusura degli istituti come forma di contenimento del contagio. Ad oggi molte cose sono mutate, e altre ancora continuano ad evolvere, dalla percezione della crisi alla rinnovata necessità di un ritorno sui banchi agile e sicuro, ma una soluzione chiara sembra essere ancora lontana. Il periodo di chiusura totale del paese ha messo in evidenza un gran numero di fragilità di un sistema che è risultato lento, vecchio e rigido davanti ad un’imprevedibile situazione di emergenza.
La necessità della didattica a distanza, ad esempio, ha costretto ciascuno studente privo di quei mezzi tecnologici divenuti di colpo indispensabili a fare i conti, ormai anacronisticamente, con l’estrazione sociale di provenienza, i problemi legati alla povertà e ai disagi di vario genere nelle mura domestiche. La stessa figura dell’insegnate ha dovuto rimodulare non solo l’approccio alla sua propria disciplina, improvvisamente e quasi obbligatoriamente fruibile dal computer, ma anche e soprattutto il suo ruolo, il suo compito e la sua responsabilità nei confronti di giovani discenti ammutoliti e attoniti al cospetto di una realtà stravolta e sempre più indefinibile. La scuola, in una circostanza in cui doveva essere chiamata, al di là dei suoi confini architettonici, a dimostrarsi punto solido e luminoso di riferimento per giovani e
adulti, ha forse perso l’occasione di riformarsi e rieducarsi in maniera radicale, di ripensarsi tramite l’abbandono di schemi e procedure polverosi e arrugginiti. Un evidente peso ha giocato la mancanza di strumentazioni, di investimenti e di formazione della popolazione scolastica nel suo complesso, evidentemente in difficoltà nel destreggiarsi in una condizione sicuramente inaspettata e quantomai caotica. Anche le università, dal canto loro, navigano nella marea dell’incertezza, quasi abbandonate e destituite dalla loro figura universale di almae matres, anime madri, dell’istruzione superiore. In questo scenario decisamente incerto, è da considerarsi encomiabile il lavoro svolto da studenti e personale scolastico. Se infatti i primi hanno dimostrato una grande capacità di adattamento, i secondi hanno altresì svolto un lavoro equiparabile a quello svolto dal personale sanitario, da cassieri, commessi di supermercati e da tutti coloro che sono rimasti in prima fila a rendere un prezioso e vitale servizio al paese. Inoltre, un buon segnale sembra giungere anche dalla determinazione del ministero, il quale in più occasioni ha mostrato la ferma volontà di garantire la riapertura delle strutture scolastiche e il ripristino della preziosissima dimensione dell’aula e del rapporto umano insegnante-alunno, in un quadro sicuramente nuovo e soggetto a continui assestamenti (volontà certificata dall’ultimo decreto ministeriale con cui sono stati stanziati 70 milioni di euro da destinarsi agli enti locali per l’acquisto, l’affitto, il noleggio o il leasing di strutture temporanee da utilizzare per le attività didattiche, garantendo così il distanziamento e la sicurezza di studenti e personale scolastico).
A livello locale, come Partito Democratico di Silvi abbiamo avanzato molteplici e dettagliate proposte a sostegno della cultura, della scuola e del diritto allo studio. In particolare, in data 20 aprile, nel pieno del lockdown da Covid 19, abbiamo protocollato una nota scritta con la quale richiedevamo all’amministrazione comunale il rimborso dei Ticket mense e degli abbonamenti per il trasporto scolastico per il periodo relativo alla chiusura delle strutture scolastiche. Altresì, chiedevamo nella stessa nota, la creazione di un fondo a sostegno della didattica a distanza e l’acquisto di dispositivi elettronici e di sim-card con traffico internet in abbonamento da dare in comodato d’uso gratuito agli studenti delle famiglie meno abbienti presenti sul territorio comunale. Più tardi, con un comunicato stampa pubblicato in data 16 luglio, abbiamo richiesto la riapertura della biblioteca comunale nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza da Covid 19. Così facendo, ci siamo semplicemente fatti portavoce di tutti quegli studenti che reclamano il sacrosanto diritto di godere di un servizio essenziale e di avere un luogo in cui studiare in serenità in vista della sessione di esami di settembre. Il 4 agosto, invece, abbiamo protocollato una nota indirizzata al sindaco e all’assessore alla pubblica istruzione con la quale abbiamo chiesto la rimodulazione delle tariffe per il trasporto scolastico rispettando il principio costituzionale della progressività (art. 53, Sezione I, Diritti e doveri dei cittadini, Titolo IV, Rapporti politici), dettagliando gli scaglioni isee per i redditi superiori a € 25.000 e introducendo specifiche esenzioni e una no-tax area a favore dei nuclei famigliari svantaggiati e a basso reddito. Ebbene, ora c’è da vincere la sfida della ripartenza e, indipendentemente dai diversi schieramenti politici e ideologici, è necessario che tutta la classe dirigente di questo paese rimetta la scuola, la cultura e il diritto allo studio al centro dell’agenda politico-amministrativa. In altre parole, è necessario promuovere un importante investimento in termini di conoscenza da sostenere con tutti i mezzi finanziari e infrastrutturali a disposizione. Difatti, l’avvento dell’Internet delle cose (il cosiddetto Internet of things), l’intelligenza artificiale e la rivoluzione digitale e dei Big Data (fenomeni la cui diffusione ha subito una significativa accelerazione con la tragedia del Coronavirus) determineranno nel prossimo futuro radicali cambiamenti che, necessariamente dovranno essere governati dalla Politica attraverso la creazione di nuove competenze su cui investire sin da ora. Il Partito Democratico c’è e intende raccogliere tale sfida, condividendola con tutti coloro che, allo stesso modo, avvertono l’impellente necessità di offrire ai più giovani nuove opportunità di crescita e di affermazione personale e professionale.