COLONNELLA – Alcuni passaggi della vita politica locale riservano sorprese e meritano attenzione, soprattutto quando rappresentano una novità. Negli ultimi giorni si è consumato uno scontro davvero inusuale. Ricostruiamo la vicenda, si tratta della questione dei miasmi che appestano la bassa vallata del Tronto e rovinano la vita dei cittadini residenti nei comuni di Marche e Abruzzo. A giugno il sindaco di Colonnella, pressato dai cittadini affinché vi ponesse rimedio, prova ad uscire dall’angolo organizzando una riunione con gli altri sindaci dei comuni vicini, Controguerra, Martinsicuro e di quelli marchigiani, San Benedetto del Tronto, Monteprandone e Monsampolo del Tronto. Con ogni probabilità l’intento era quello di diluire le responsabilità con i colleghi. La riunione partorisce un documento congiunto che impegna tutti i primi cittadini ad attivarsi per cercare di ridurre e bloccare i miasmi (la puzza).
I comuni marchigiani si impegnano, attivano l’Agenzia Regionale per l’Ambiente (Arpam) che inizia la collaborazione con l’Agenzia abruzzese, sollecitata anche dal consigliere regionale del PD, Dino Pepe. Iniziano finalmente i controlli ed emergono diverse irregolarità. Il primo cittadino colonnellese, facendosi scudo con altri enti superiori, ha sempre respinto la responsabilità di agire asserendo di non avere elementi per firmare eventuali sospensive, in questo caso non ha più scusanti.
I risultati delle analisi hanno certificano irregolarità, e per questo il sindaco di Monteprandone ha chiesto al suo omologo di Colonnella di agire, o meglio: “in qualità di Autorità Sanitaria Locale, di adottare ogni utile provvedimento atto alla cessazione immediata delle emissioni.”

La rara eleganza con cui il sindaco di Colonnella ha risposto al collega di Monteprandone la potete leggere qui:


Siamo convinti che la maggioranza dei cittadini sia molto distante dall’atteggiamento arrogante, presuntuoso e soprattutto non congruo per un uomo delle istituzioni, quale dovrebbe essere un sindaco. Ci sono molti modi per affermare le proprie posizioni, si può farlo con garbo o meno. In questo caso la risposta assomiglia tanto a quelle degli amministratori del ventennio, solo che invece di sindaci si chiamavano podestà.

Restano i fatti! Pollastrelli in sette anni non ha prodotto alcun atto concreto per fermare i miasmi, solo promesse, un ricorso al T.A.R. perso e appelli agli enti superiori. Nella seduta del 10-06-2020, la giunta comunale ha nuovamente incaricato, per la spesa di 7.552,41 euro, un avvocato per la proposizione di appello avverso alla sentenza n. 185/2020 del T.A.R. Abruzzo.