TERAMO – A circa due settimane dall’estensione dell’isola pedonale nel centro storico della città, anche per dare una mano ai conti di alcuni esercizi commerciali colpiti duramente dal Covid, i riflessi sulla manovra del Comune di Teramo sono piuttosto difformi. C’è chi apprezza la misura (che parte dalle ore 18 fino alle 3 di notte, dando la possibilità a bar e ristorante di porre più tavolini per strada, rifacendosi sulle passività accumulate dalla pandemia), c’è chi invece la contesta e chi per contro avanza tesi oltranziste: la vorrebbe h24, giorno e notte. L’ordinanza reca con sé i caratteri della sperimentazione: è valida fino al 31 agosto, poi si vedrà.

Giovanna Mobili, del panificio Berardo in Via Veneto, rivendica il fatto che dell’isola pedonale non ne sia stata avvertita prima, che non si sia fatto un ragionamento a priori: “Non c’è stato chiesto nulla”. Inoltre contesta l’orario: “Troppo presto le 18; inoltre i cartelli di divieto di transito devono essere rimossi la mattina”. Fa capire che se l’isola dovesse proseguire oltre il 31 agosto lei dovrà “chiudere l’attività”. Anche da talune testimonianze parrebbe che la misura vada a vantaggio di pochi (fondamentalmente ristoranti e bar) a discapito di altri tipi di merceologie.

Sempre in Via Veneto Paolo D’Ignazio di Griffe chiede che l’orario di chiusura cominci almeno alle 19.30 perché “altrimenti si scorge poca gente in giro”.

In Via Comi il barbiere Giulio Febo non è favorevole: “Purtroppo la gente vuol venire qua con la macchina, se fosse per me io metterei i parcheggi a pagamento, soprattutto per quei commercianti che sostano per tutta la giornata”.

Andrea Massimi del Bar Novecento di Via D’Annunzio chiede che venga estesa per tutta la giornata: “Non è giusto che a mezzogiorno i clienti debbano respirare i gas di scarico delle auto, io la vorrei sette giorni su sette, 365 giorni all’anno, in tutto il centro storico”. Scendendo verso il cosiddetto corso vecchio, un commerciante esterna la sua visione di isola: “La voglio a patto che ci siano i parcheggi che facciano da cintura e non così costosi”.

In Corso De Michetti, Giorgio Standoli (dell’omonima attività) si schiera tra i delusi: “Non serve a nulla, il pomeriggio qui non c’è gente, vengono così inutilizzati anche i parcheggi che ci sono: questo per due ristoranti”.

Proprio di fronte, Gabriele Balducci (negozio di calzature) è tra gli assertori: “Solo si dovrebbero affinare gli arredi urbani”. L’ok giunge anche da Piazza Martiri da Stefano Ferrante.

Chi contesta in maniera vigorosa la misura del Comune di Teramo è Domenico Compagnoni del Caffè del Corso: “La chiusura della parte Sud del centro storico ci ha creato diversi problemi perché i clienti, a parte che non si capisce bene dove possano entrare con l’auto (se il senso di marcia in Via Sant’Antonio sia cambiato o no), ma la gente non c’è e quella poca resta un problema intercettarla. Non c’è proprio il flusso, vuoi per l’estate o anche per il Covid. Ma anche i restanti a noi facevano comodo: il pomeriggio è un deserto, zero, e faccio bene a restare da solo dall’altra parte del bancone. Il calo spalmato su tutta la giornata è del 50%”.

L’assessore Verna aveva commentato così la misura dell’isola: “L’ordinanza è emanata per migliorare la qualità urbana e la vivibilità della città nelle ore in cui più si registra afflusso e partecipazione. Questo anche in ragione degli atti già adottati in riferimento alle attività degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande e sempre nell’ottica di dare risposte alle richieste di chi intende godere degli spazi urbani e dei gestori degli esercizi commerciali”.

Maurizio Di Biagio