TERAMO – Cinque anni or sono, aveva 50 anni appena, moriva Spartaco Piotto, non un tifoso del Diavolo qualunque, ma di quelli che del Teramo Calcio ne aveva fatto un motivo, soprattutto, di orgoglio e di appartenenza.

Condivideva poco il mondo odierno degli ultrà, non per i principi o per la loro lealtà, ma per le modalità con le quali esprimevano passione ed ideali. Una mattina, in un bar (arrivava sempre prima lui, alla cassa – ndr), mi disse: “La mia generazione era analoga ma non identica all’odierna“, distinguendo con chiarezza i tempi che furono del compianto, pure lui, Tomaszewski, o di Mariano e Pepone o del presidente Recinelli e altri.

Il fato aveva voluto che, la sua residenza da giovane, fosse distante poco più di centro metri dal “Comunale” e lui, in quello stadio che sentiva proprio davvero più di tanti altri, crebbe, iniziando a frequentare il Club Biancorosso dell’epoca.

Con l’adolescenza e con le amicizie da Curva di quel periodo, formò il gruppo CUCE (Commando Ultrà Curva Est) e poi nacquero i mitici Devil’s Korps: Spartaco e Mariano, in particolar modo, ne furono i veri ideatori e trascinatori… ma la vita, spesso, cambia le abitudini ed anche le persone., soprattutto se il destino fece sì che si ammalasse ancora giovanissimo.

I problemi della vita ebbero il sopravvento, ma il Teramo, anche se non più dagli spalti, restò sempre nel suo cuore, fino all’ultimo respiro.

Se oggi in città abbiamo un Club che lo ricorderà per sempre, il merito non è soltanto di coloro che non l’hanno mai dimenticato, ma soprattutto suo.

Anzi, soltanto suo.