TERAMO – Se ci limitassimo alla sola valutazione della gara di Catanzaro, da dover vincere, il Teramo ha confermato tutti i propri limiti offensivi, già manifestatisi in campionato con 29 goals realizzati: se soltanto Rende, Bisceglie e Cavese hanno fatto peggio, un motivo ci sarà. La squadra, pertanto, pur tenendo bene il campo e meritando il pari (da qui “esce a testa altissima” – ndr), ha soltanto confermato che in zona goal è scarsa davvero.

L’analisi. Al confronto di ieri si è arrivati con tanti, troppi punti di domanda. Tomei, Di Matteo, “grana” decurtazioni irrisolta, pre-gara vissuto nel solito clima di “distanziamento sociale” esagerato. C’erano stati diversi mesi di tempo, lockdown incluso, per provare a migliorare, almeno, la tendenza, chiesta a gran voce, vanamente, da più parti, forse da ogni dove. Anche la stampa è restata fuori dai giochi perennemente, senza dimenticare la famosa conferenza-contro, nella quale patì, con molta classe, la virulenza di “schiaffi” provenienti da una presenza presente e da un’altra “fuori campo”, non annunciata.

La difesa. Ha un paio di attenuanti: si chiamano Soprano e Di Matteo. Il primo è mancato per troppo tempo (chiediamoci pure perché – ndr) ed il secondo, purtroppo, ha patito un grave infortunio, sostituito da un calciatore bocciato anzitempo, alla ripresa dei lavori (Fiore). Le “coppie” centrali, comunque, non hanno mai soddisfatto appieno, eccezion fatta per Piacentini che è cresciuto parecchio. A turno Cristini e Soprano, più il primo, qualche “dormita” di troppo l’hanno accusata (quante reti subite da palle inattive… – ndr). Poi, finalmente, sono stati messi tutti assieme. Tardivamente.

Il centrocampo. Grandissimi equivoci ed errori: partiamo con il dire che Ilari ha avuto il rendimento medio più elevato, lui che, negli intendimenti societari della scorsa estate, sarebbe dovuto essere un primo rincalzo. Basterebbe per giustificare ogni altra valutazione, ma come non dire di Arrigoni, 32 anni il mese prossimo, una delle punte di diamante del mercato, diventato subito capitano con contratto pluriennale che ieri, e non per la prima volta, era in panchina avvicendato da Mungo che centrale di centrocampo non è. E poi è mancato un interdittore che tutti hanno e che il Teramo, per scelta, ha “ripudiato”, ingaggiando un terzo portiere, avendone già due in organico.

L’attacco. In ritiro erano tantissimi: Bombagi, Infantino, Cianci, Magnaghi, Martignago, Pinzauti. L’80% è stato “respinto” dalla stessa società, in pochi mesi. Si dirà, come in qualche circostanza è stato lasciato intendere, che erano state eseguite alla lettera le indicazioni di Tedino (che non parla per ovvi, validi motivi – ndr), ma ciò non è sufficiente per “chiamarsi fuori”, anzi. Fosse restato in organico Cianci più di Martignago, per precise caratteristiche tattiche, un’alternativa a Magnaghi ci sarebbe stata, anche ieri a Catanzaro. Invece si è giocato pure con Bombagi unica punta (lui che non lo è – ndr) o con il giovanissimo e bravo Birligea, non non ancora pronto per la categoria ma, anche lui, prima punta “anomala”.

Conclusioni. Errori su errori, tanti, troppi, indiscutibili: nessuno sarà mai d’accordo nel dire, tranne una certa classe di cortigianeria sempre presente in ogni dove, d’essere soddisfatto dalla stagione appena conclusa (“finalmente” – ndr).

Appuntamento stasera, dalle ore 21:00, su Teleponte (Lcn 15 ed Lcn 117 del DDT) ed in streaming su ekuonews.it: chi vorrà interagire potrà farlo scrivendo al numero whatsapp 348.3096579.