TERAMO – Tutti si chiedono se e quando usciremo dalla pandemia. Tutti dicono che comunque ne usciremo sicuramente migliorati. Speriamo che la ditta RICHETTI sia l’eccezione che conferma la regola.
La Direzione aziendale Richetti infatti ha deciso unilateralmente di togliere alle lavoratrici e lavoratori 15 minuti di pausa.
La motivazione addotta è ridurre il rischio contagio da coronavirus.
Quindi secondo Richetti è meglio restare sulle linea a produrre un quarto d’ora in più dove la distanza di un metro non sempre è possibile. Tra l’altro fino a pochi giorni fa era un problema avere le mascherine che, secondo l’azienda, devono durare una settimana e a chi osa chiederne una al giorno, si risponde con pressioni “poco amichevoli”.
Come definire la decisione e la motivazione aziendale.
L’azienda non solo viene meno ad un accordo raggiunto a seguito di una complicata trattativa, utilizza il coronavirus ed i provvedimenti del governo che con le pause non hanno nulla a che vedere.
Semmai si può discutere e variare la gestione di tali pause così come suggerito dai provvedimenti governativi e come concordato in altre aziende, ma non la soppressione.
La decisione aziendale ci lascia davvero perplessi e, con rammarico, dobbiamo constatare che ha strumentalmente utilizzato un grave problema per togliere alle lavoratrici e lavoratori un diritto.
Ci sono aziende che in questa fase hanno incrementato lo stipendio fino al 30%, c’è la ditta RICHETTI che penalizza i propri dipendenti.
I lavoratori con grande senso di responsabilità hanno garantito in questo periodo di forti difficoltà e di preoccupazione per la propria salute e per la salute dei famigliari la normale attività. Non riscontriamo lo stesso senso di responsabilità da parte della ditta Richetti.
Auspichiamo si possa tornare in un ambito di correttezza e rispetto delle persone, diversamente saremo costretti a valutare le più opportune iniziative.
Fai Cisl Flai Cgil Uila Uil