ROMA – Sono 3,4 milioni i bambini fino a 6 anni costretti a casa dalla chiusura di asili nido e materne per i quali è necessaria una riapertura programmata e in sicurezza per garantire i servizi a quelle famiglie che con i genitori al lavoro non hanno la possibilità di avere qualcuno, parenti, amici o baby sitter, che possa seguire la prole. E’ quanto emerge da un’elaborazione dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop) su dati Istat in riferimento alla ripartenza delle attività nella Fase 2 dopo il lockdown dell’emergenza coronavirus.
Il rischio è che strutture abusive – sottolinea Uecoop – si sostituiscano anche solo in parte a quelle professionali che sono invece in grado di essere sempre tracciate e di operare in sicurezza nella gestione degli spazi e dei bambini. Sono oltre 4 milioni gli italiani che hanno ripreso il lavoro e tra loro – spiega Uecoop – ci sono madri e padri di famiglia, che avrebbero bisogno di affidare i propri figli a qualcuno che se ne prenda cura ma in questo momento non possono contare né sulle scuole che dovrebbero riaprire a settembre e neanche sui nonni per ovvie ragioni sanitarie.
Le soluzioni allo studio da parte del Governo nel prossimo DL Rilancio sono due e alternative tra loro – spiega Uecocop – l’aumento da 600 a 1.200 euro di bonus per le babysitter o di un voucher di pari importo che potrà essere speso dai genitori anche per l’iscrizione dei figli ai centri estivi o altre strutture similari per le quali si attendono specifiche linee guide oppure la conferma del congedo parentale, pagato fino al 50% e fino al 31 luglio a chi ha figli fino a 12 anni per un periodo massimo di 30 giorni oltre all’ipotesi dello smart working per genitori con figli minori di 14 anni sino a fine emergenza.
Di fronte alla situazione di difficoltà che stanno vivendo le famiglie – sottolinea Uecoop – le cooperative sociali con servizi di assistenza ai minori si stanno organizzando per la ripartenza con protocolli sanitari che consentano di svolgere le attività in sicurezza per i bambini, i genitori e gli stessi operatori. Per la Fase 2 di nido e materne – continua Uecoop – l’idea è organizzare un sistema a turni per classi e operatori in modo da gestire gli spazi nella maniera più razionale e sicura. Le cooperative che si occupano di servizi socio-assistenziali, socio-sanitari ed educativi in Italia – conclude Uecoop – sono circa 7000 e danno lavoro a oltre 300 mila persone.
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