TORINO – È giusto sorridere durante la pandemia? Può sembrare irrispettoso verso le vittime, i contagiati e le loro famiglie? La giornalista Barbara Odetto e il fotografo Alessandro Lercara, in quarantena nelle rispettive case come tutti, si sono posti queste domande prima di dar forma a #iosorrido, un reportage che vuole documentare la Fase 1 e la Fase 2 attraverso le parole e le immagini di chi in questi giorni esce solo per lavoro o per svolgere le mansioni previste dalla legge.

Apparso sui social lo scorso 9 aprile con il nome Iosorrido, il progetto è già virale ed è un invito a cercare dentro di sé uno o più aspetti positivi di questo momento storico perché, come confermano le neuroscienze, le emozioni positive aumentano i livelli di serotonina e dopamina. Anche se la preoccupazione per il presente e per il futuro sono un tema dominante che accomuna tutti, secondo Odetto e Lercara avere una prospettiva diversa e cercare ragioni per sorridere può essere un aiuto per se stessi e per gli altri.

Non a caso la Terapia del sorriso viene praticata nelle strutture ospedaliere per alleviare sofferenza, stati d’ansia e depressione. #iosorrido è quindi un hashtag per sentirsi uniti a distanza e trasmettere forza a chi fatica a ritrovare il bello nel quotidiano; una community in cui la mascherina davanti alla bocca, sinonimo di rispetto per il prossimo, è la dimostrazione che il Covid-19 può fermare i sogni, ma non il sorrido.

I partecipanti – al momento si contano sportivi, artisti, imprenditori, commercianti, volontari – rispondono a due domande che la giornalista Barbara Odetto studia specificamente per loro più a quella che è il leit motiv del progetto: per cosa o per chi sorridi. Ognuno deve inviare anche 3 foto orizzontali in alta risoluzione indicando il nome dell’autore: un primo piano dove si vede solo il viso coperto dalla mascherina, una a figura intera o a mezzo busto, sempre con la mascherina indossata, e un primo piano con la mascherina che pende da un orecchio che verrà pubblicata a fine quarantena.

Le foto possono essere scattate in casa, sul balcone, in cortile, per strada mentre si fa la spesa o si svolge una delle attività consentite dalla legge. Alessandro Lercara effettua la post produzione in modo che ogni immagine sia perfetta e in linea con lo stile del progetto e in alcuni casi ha potuto scattare lui le foto con un teleobiettivo, che gli ha permesso di rimanere ad una distanza di almeno 5 metri, durante i suoi spostamenti per i servizi fotogiornalistici.

Per partecipare è possibile inviare un’email a iosorridoprogetto@gmail.com oppure contattare gli organizzatori tramite le pagine Facebook e Instagram di Iosorrido. In questa prima fase le foto e le interviste saranno pubblicate sui social, ma a fine quarantena i due ideatori intendono allestire una mostra e pubblicare un libro per testimoniare il periodo storico e per ringraziare chi ha creduto nell’iniziativa.

Barbara Odetto e Alessandro Lercara collaborano spesso insieme sia per alcuni magazine sia per dei clienti comuni. Nel 2012, dopo aver visitato i Campi di Concentramento e Sterminio di Auschwitz-Birkenau con il Treno della Memoria, hanno dato vita ad un progetto fotogiornalistico che successivamente si è trasformato in una mostra che ancora oggi viene richiesta da enti privati durante il Giorno della Memoria o il 25 aprile: Echi da Auschwitz. Viaggio nella memoria attraverso le immagini di Alessandro Lercara e i testi di Barbara Odetto.