ROMA – “Non è possibile parametrare i compensi dei vertici della Lega di A con i compensi dei vertici Aic. Mi sembrano soltanto delle reazioni scomposte“. Marco Tardelli insiste sulla polemica dei bilanci Aic e torna a puntualizzare nei confronti di Damiano Tommasi, presidente dell’associazione calciatori, e del suo vice Umberto Calcagno.
Tardelli, in corsa per la successione a Tommasi al vertice dell’organismo sindacale, le cui elezioni sono slittate a causa della pandemia, replica a Calcagno (anche lui candidato alla presidenza) sulla gestione del bilancio associativo, sui compensi e sul fondo di solidarietà: “Non è possibile parametrare i compensi dei vertici della Lega di A con i compensi dei vertici Aic, non solo tenendo conto della natura dell’ente (associazione sindacale), ma soprattutto per la differenza del fatturato (Aic circa €.7,5 milioni mentre la Lega di A circa €. 1,4 miliardi) – dice Tardelli in una dichiarazione -. Inoltre ed in ogni caso, non è assolutamente condivisibile che venga speso tutto l’incassato per il preteso funzionamento di un ‘carrozzone’ con 60 tra dipendenti e collaboratori, che senz’altro non sono necessari. Se infatti non si fosse speso
tutto quanto ‘ricavato’, il Fondo Assistenza e Mutuo Soccorso (ultimamente da me più volte citato per l’aiuto da dare ai calciatori delle serie minori) ammonterebbe oggi a ben oltre gli €. 8,3 milioni risultanti dal bilancio 2018“.
Secondo Tardelli inoltre “non corrisponde al vero che ‘il patrimonio netto dell’AIC’ – che coincide con il citato Fondo Assistenza e Mutuo Soccorso – si sarebbe incrementato negli anni, se è vero che basta guardare il bilancio Aic del 2015, nel quale il Fondo ammontava a €. 11,561 milioni, per rendersi conto che invece si è “leggermente” assottigliato di soli €. 3,261 milioni” – ANSA –