ROMA – A seguito della chiusura delle scuole varata dal Governo a causa dell’emergenza coronavirus, sono arrivate numerose segnalazioni al Codacons nazionale, da parte dei genitori che non si sono visti riconosciuti i rimborsi per i costi scolastici sostenuti. “Le rette per gli asili privati e comunali e quelle per il servizio di refezione scolastica devono essere rimborsate alle famiglie proporzionalmente al periodo di chiusura delle strutture – sostiene il presidente Carlo Rienzi in una nota del 6 marzo – I genitori sono già oggi costretti a fare i salti mortali per accudire i propri figli, o spendere soldi per baby sitter, e non riconoscere loro il rimborso cui hanno diritto rappresenterebbe un ingiusto danno economico”.

Il Codacons, ricordando che mediamente una famiglia italiana spende quasi 400 euro al mese per mandare all’asilo i propri figli, aveva chiesto al Governo di varare disposizioni precise in merito. Al contempo, l’associazione ha domandato a comuni e strutture private di disporre rimborsi (anche sotto forma di bonus o sconti sui prossimi pagamenti) di rette e mense in favore delle famiglie che hanno figli iscritti all’asilo. In caso di rifiuto, il Codacons si è detto pronto a presentare in tutta Italia ricorso contro asili privati e amministrazioni comunali.

Intanto, sul sito internet dell’associazione è stata avviata dal 9 marzo un’azione collettiva con il modulo (scaricabile dagli iscritti, ndr) attraverso il quale i genitori possono chiedere alle strutture scolastiche il rimborso parziale delle rette versate. Il Codacons ha anche commentato positivamente il recente pacchetto di misure varato dalla Giunta di Roma, che prevederebbe “…l’annullamento dei versamenti delle rette per gli asili nido e delle mense nelle scuole dell’infanzia”. Altre azioni simili sono state intraprese qua e là su tutto il territorio nazionale da altre singole amministrazioni comunali, che hanno scelto di congelare i versamenti.

E nel nostro territorio?