In tempi di segregazione più o meno coatta a causa dell’emergenza sanitaria, sembra strano parlare di senso di comunità.

Eppure proprio da questo si potrà ripartire una volta passato il peggio, anche per evitare, in futuro, raccapriccianti esempi di individualismo puro, quell’individualismo che ha portato, e ancora porta, singoli individui a privilegiare il proprio interesse (o presunto tale) rispetto al bene comune.

In tale direzione si pongono le cooperative di comunità, riconosciute dalla Regione Abruzzo con LR 25/2015, sono definite come “…società cooperative, costituite ai sensi degli articoli 2511 e seguenti del codice civile, e iscritte all’Albo delle cooperative, … che, valorizzando le competenze della popolazione residente, delle tradizioni culturali e delle risorse territoriali, perseguono lo scopo di soddisfare i bisogni della comunità locale, migliorandone la qualità, sociale ed economica, della vita, attraverso lo sviluppo di attività economiche eco-sostenibili finalizzate alla produzione di beni e servizi, al recupero di beni ambientali e monumentali, alla creazione di offerta di lavoro”.

Strumenti importanti, quindi, in particolare per le nostre aree interne e per i territorio “marginali”, ma utili anche per promuovere particolari vocazioni di città medie e grandi.

In tal senso, dopo il successo di una prima fase, che ha visto nascere nel solo Abruzzo ben dieci cooperative di comunità divenute un modello a livello nazionale, Confocooperative rifinanzia sostanziosamente il bando per la loro nascita e sviluppo. Ammontano a ben 700 mila euro, estendibili a 1 milione di euro, i fondi messi a disposizione a livello nazionale da Fondosviluppo, il fondo mutualistico di Confcooperative, per sostenere e guidare la nascita di quelle specifiche forme di cooperazione pensate per rilanciare territori con particolari esigenze. Non a caso, in Abruzzo le cooperative di comunità si sono sviluppate soprattutto nelle aree interne, quelle messe a dura prova dallo spopolamento e dalle difficoltà e, non da ultimo, dagli eventi sismici degli ultimi anni, per ricreare servizi, attività commerciali e rispondere a bisogni reali a Corfinio, Barrea, Campo di Giove, Collelongo, Anversa degli Abruzzi, Fontecchio, Pizzoferrato, Santo Stefano di Sessanio, Tollo e Tufillo.
Nello specifico ci sarà tempo fino al 31 maggio per presentare i progetti che, se valutati positivamente, riceveranno sostegno e agevolazioni. Confcooperative, da parte sua, fornirà assistenza e accompagnamento imprenditoriale. Il bando si rivolge a cooperative e loro consorzi che abbiano i seguenti requisiti: vengano fondate in aree interne, piccoli comuni, aree urbane degradate o in condizioni di documentato spopolamento; svolgano più attività economiche; abbiano una base sociale ampia e interessata allo sviluppo dello stesso territorio, e abbiano, infine un evidenza comunitaria di promozione e sviluppo dell’economia locale di riferimento. Dal bando sono escluse quelle cooperative che hanno già beneficiato della prima tranche di finanziamenti, a meno che non vengano proposti progetti di rete.

In termini di premi, contributi e interventi economici, le cooperative assegnatarie riceveranno un premio alla nascita pari a 5 mila euro, l’abbattimento totale degli interessi per prestiti erogati dalle Banche di Credito Cooperativo, fino ad un massimo di 30 mila euro, oppure un mutuo diretto da Fondosviluppo a condizioni agevolate, e un contributo per le consulenze fino a 3 mila euro. È previsto altresì l’affiancamento di un tutor, la realizzazione di un video storytelling e, infine, l’ingresso in una community dove condividere buone pratiche, opportunità e molto altro.
Le istruzioni per presentare la domanda sono sul portale dedicato www.cooperativedicomunita.confcooperative.it.
Le domande presentate saranno valutate entro sessanta giorni dal termine del bando da una commissione che sceglierà i progetti migliori, meritevoli di essere finanziati.

Sul sito di FondoSviluppo sono presenti tutti i documenti per presentare la domanda di partecipazione al bando e l’elenco dei referenti territoriali ai quali rivolgersi per consulenza.

Un’occasione da non perdere, pur con le difficoltà di questo periodo particolare; anzi, è proprio la ricerca di un futuro dopo i disagi provocati dalla diffusione del virus che dovrebbero spronarci a cercare nuove strade per ripartire.

Restiamo a casa, quindi, ma creiamo reti di persone, costituiamo o ricostruiamo comunità. Per adesso a distanza, domani guardandoci in faccia e lavorando insieme.

 

di Raffaele Di Marcello