TERAMO – Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma dell’assessore Valdo Di Bonaventura e dei consiglieri comunali Piergiorgio Passerini e Paolo Di Sabatino della lista civica “Teramo vive” a qualche giorno dalla riconferma dei vertici di Ruzzo Reti.
“Ci saremmo aspettati, a qualche giorno di distanza dalla riconferma dei vertici della Ruzzo Reti s.p.a., una dichiarazione più equilibrata, consona e pertinente di quelle rilasciate a caldo dal vicepresidente Alfredo Grotta e indirizzate al Sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto, del tutto irriguardose non già o non solo nei suoi confronti, ma nei confronti della comunità che lui rappresenta. La mancanza di rispetto nei confronti delle Istituzioni segna la china di una politica ormai riversa solo su stessa, del tutto incurante dei cittadini e dello sviluppo sociale, che ha segnato la vicenda Ruzzo dal suo inizio.
Ma per il momento vogliamo lasciare da parte la politica che dà il peggio di sé e che si conquista spazi con reiterate e immotivate dimissioni, riconferme e nomine; noi ci saremmo aspettati che, terminata la ridda, il nuovo CdA ci avesse smentito nei fatti, rispondendo alle osservazioni mosse sulle criticità della Ruzzo Reti relative al personale, ai costi e investimenti, al piano industriale che si sarebbe dovuto diffondere in ottobre e invece è stato portato direttamente in assemblea (da un CdA dimissionario) impedendone il dibattito.
Ecco, ci saremmo aspettati che ci venisse illustrato il piano industriale, anzi che venisse illustrato ai cittadini per spiegare loro come mai, con un piano così virtuoso le loro bollette continuano ad aumentare. Perché, spulciando tra i bilanci della Ruzzo Reti, i dati ci sembrano differenti da come ci vengono raccontati e la gestione degli ultimi anni, questi della “continuità” per intenderci, appare tutt’altro che virtuosa.
Riguardo all’indebitamento netto complessivo dell’azienda, ad esempio, si passa dagli 87 mln di euro del 2013 ai circa 94 mln del 2018 (con un aumento dei debiti di 7 mln di euro pari + 7,8%); a fronte di ciò gli investimenti nella Rete passano dai 218 mln del 2013 ai 231,5 mln (13,5 mln al netto ammortamenti pari ad un incremento del + 6,1%), ma vanno considerati 48 mln circa di contributi regionali in conto investimento in impianti, sempre erogati nel quinquennio. Utilizzando invece i soli mezzi/soldi propri, negli anni dal 2009 al 2012 (i 4 anni precedenti all’amministrazione attuale) sono stati investiti nella Rete 30,25 mln di euro, mentre nell’era Forlini di cui questa amministrazione si è dichiarata in continuità, gli investimenti sono stati di soli 17,5 milioni di euro in 6 anni (e non 4), praticamente dimezzati.
Quanto ai ricavi caratteristici (ovvero le tariffe pagate dagli utenti del servizio) questi sono passati dai 36,4 mln di euro del 2013) ai 40,7 mln di euro del 2018, mentre in altri ricavi e proventi troviamo le partite tariffarie pregresse, anche qui più che raddoppiate da euro 2,7 mln nel 2013 ad euro 5,6 mln del 2018 (+ 2,9 mln di euro pari a + 107%). Il totale degli incassi da tariffa e dunque dei ricavi è lievitato quindi dai 39,12 mln di euro del 2013 ai 46,3 mln di euro del 2018 (7,18 mln, + 18,3 %). Nello stesso periodo la Ruzzo ha chiuso 3 esercizi su 6 in perdita (e solo per un artificio contabile non sono stati 4) per complessivi 7 mln di euro, passando da un utile di euro 2,5 mln ante imposte del 2013 a soli euro 767 mila euro ante imposte ed a 107 mila euro post imposte. E sottolineiamo che il Ruzzo l’acqua che vende non la paga, non ha dunque se non minimi costi di acquisto.
Sottolineiamo, a buon esempio, che i 5 bilanci precedenti l’era Forlini avevano tutti chiusi in utile. E veniamo al tasto dolente del personale, il cui costo è rimasto stabile negli anni 2008/2013 mentre oggi vede un costante incremento fino ai 14,15 mln di euro del 2018 dai 11,4 mln di euro del 2013 (+ 24,2% e + 2,75 milioni), ai quali aggiungere il costo del servizio degli interinali, voce cresciuta nello stesso periodo dai 7 mln ai 9,8 mln (+ 40% Costi per servizi). Le spese del personale sono
inoltre destinate a crescere ulteriormente dopo l’approvazione del piano assunzioni votato lo scorso 18 gennaio e che prevede ulteriori assunzioni per 63 nuove unità, che si sommeranno ai 198 dipendenti ed a circa 85 interinali (interinali e precarizzati che superano di parecchio il limite previsto da ERSI Abruzzo, oltre che dalle logiche di equilibrio economico – finanziario di buona gestione dell’azienda). In sostanza: maggiore indebitamento, maggiore costo del personale, maggiore costo delle bollette, meno investimenti e risultati economici disastrosi negli ultimi 6 anni.
Questa è la Ruzzo Reti il cui CdA è appena stato riconfermato, con il beneplacito dei sindaci che ne hanno considerato “il buon lavoro svolto”. Loro risponderanno direttamente alle loro comunità; noi, invece, siamo col Sindaco di Teramo che ha ritenuto di non legittimare l’ennesimo carrozzone in cui i giochi di potere si giocano sempre sulle spalle dei cittadini.”