TERAMO – L’ordinanza del GIP di Avellino del settembre scorso sul sequestro delle barriere A14 è un pugno nello stomaco. Un’ordinanza in cui si parla dei lavori sui new jersey. Un documento di 30 pagine che contiene numerosissimi spunti sul sequestro dei 10 viadotti. Ne è venuto in possesso il Forum H20 con Augusto De Sanctis che ne ricostruisce i passaggi.
“Racconta il GIP, dopo la tragedia dell’incidente di Avellino, con 40 morti, Autostrade pensò bene di sostituire in tutta Italia gli ancoraggi ammalorati Liebig con aste d’acciaio fissate con malta cementizia, una modalità non certificata e, secondo un tecnico del ministero, meno costosa.
Lo fece nel 2014-2015 senza avvisare il Ministero i cui tecnici appresero della cosa solo successivamente durante alcune ispezioni.
A quel punto scatta l’intervento del Ministero e poi le indagini del PM di Avellino. Il GIP arriva alla conclusione che anche i crash test effettuati da Autostrade per cercare di certificare a posteriori le barriere sono inattendibili (in due casi i test con esito negativo non furono trasmessi al ministero). Ci sono dubbi anche sulla possibilità di estendere i risultati dell’unico crash test positivo.
A quel punto tra il 2018 e il 2019 si susseguono pareri negativi alle richieste del concessionario di poter omologare comunque le barriere dove erano stati cambiati gli ancoraggi (ben due pareri del Consiglio Superiore dei lavori Pubblici; i pareri dei periti del PM; i pareri dei tecnici del ministero). Questo perché non darebbero un’adeguata sicurezza.
A luglio 2019 il Ministero ordina di sostituire senza indugio le barriere in diversi viadotti in Italia. Autostrade si oppone.
Il Ministero prepara a quel punto un programma di sostituzione ordinando i viadotti che hanno bisogno di interventi in tre gruppi di priorità.
A quel punto il GIP amplia il sequestro ai viadotti della A14 nel primo gruppo di priorità.
Non è finita qui. Autostrade chiede il dissequestro non per poter sostituire direttamente le barriere ma per effettuare dei test “pull-out” per cercare di procedere sempre ex post all’omologazione delle barriere. Il GIP dice che è un tentativo dilatorio. Così siamo arrivati a questo punto”.