MILANO – Il consiglio del Fondo Interbancario di tutela dei depositi ha approvato all’unanimità un intervento a favore della Banca Popolare di Bari per l’importo di 310 milioni di euro. L’intervento prevede “un ampio progetto di rafforzamento patrimoniale di 1,4 miliardi euro, da realizzare nei prossimi mesi”, si legge nel comunicato del Fondo Interbancario che assume “l’impegno a concorrere alla complessiva operazione di rafforzamento patrimoniale per l’importo massimo di 700 milioni”.
“Le modalità e le procedure da seguire per il compimento dei passi successivi”, – si legge nella nota del Fondo – sono disciplinate in un “accordo quadro” che “verrà prontamente sottoscritto dalla parti” per arrivare “alla configurazione dell’assetto complessivo dell’operazione di rafforzamento secondo un percorso predefinito”. Questo
“comporterà la predisposizione di un piano industriale, sulla base di una approfondita valutazione degli attivi e dei passivi della banca, e la definizione del fabbisogno patrimoniale della banca”. Il Fondo sottolinea quindi che come, “espressione del settore bancario nel suo insieme, ha ancora una volta offerto il proprio contributo, con mezzi propri, alla stabilità del sistema e alla tutela dei depositanti, ponendo le premesse per un’azione di salvataggio e di rilancio” della banca. Inoltre il Fitd “assicura ai commissari straordinari il proprio sostegno nell’azione strategica e gestionale da intraprendere”.
“L’intervento del Fondo interbancario assicura stabilità al gruppo e tutela l’occupazione, adesso salto di qualità con figure di altissimo livello. Per eventuali esuberi a Bari solo pensionamenti e prepensionamenti volontari”. Lo afferma il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, dopo l’intervento del Fitd per la Popolare di Bari. “L’intervento approvato dal Fondo interbancario di tutela dei depositi, che segue il commissariamento deciso dalla Banca d’Italia e il successivo decreto legge del governo per stanziare 900 milioni di euro, è il terzo fondamentale pilastro per salvare la Banca Popolare di Bari: grazie a questa terna di misure – aggiunge Sileoni – viene quindi assicurata la stabilità del gruppo ed è tutelata l’occupazione, dando serenità e fiducia non solo ai 3.200 dipendenti, ma anche a tutta la clientela”. “Dopo aver salvato il gruppo Carige, il Fitd si conferma quindi uno strumento fondamentale per il settore; le scelte degli ultimi anni dimostrano, inoltre, un senso di alta responsabilità da parte delle banche che vi partecipano. A Bari, però, adesso c’è bisogno di un salto di qualità nella governance e nel management: servono figure di altissimo livello capaci di
garantire un progetto adeguato e un futuro lungimirante. Per gli eventuali esuberi alla Banca Popolare di Bari si applicheranno i meccanismi consolidati nel settore: solo pensionamenti e prepensionamenti volontari”, conclude Sileoni – ANSA –