ROMA – C’è stato un momento in cui ha temuto di dover condividere lo stesso destino del calcio francese, chiuso dal governo e rimandato a settembre. Ma Gabriele Gravina ha tenuto duro portando a casa un risultato su cui hanno influito “determinazione e coerenza”, e adesso può
legittimamente aspirare a veder conclusa la stagione senza ulteriori interruzioni provocate dall’emergenza coronavirus. Il presidente della Figc sa bene che per arrivare in fondo servirà “soprattutto un pizzico di fortuna che in questi momenti non deve mancare”, intanto però si gode la fase della ripartenza, “meno complessa” ma pur sempre delicata: “È il momento della programmazione e dell’organizzazione. Siamo pronti ma vigili perché sappiamo che i rischi sono sempre alti”.
La Serie A riprenderà il 20 giugno preceduta dalla Coppa Italia. La Lega ha chiesto ufficialmente al governo di poter anticipare di un ulteriore giorno il ritorno all’attività, disputando le semifinali Juventus-Milan e Napoli-Inter il 12 e il 13 giugno (e non il 13 e il 14). Si attende l’ok di
Spadafora, che non ha obiezioni, deve verificare la fattibilità per la deroga al dpcm. L’obiettivo è avere un giorno in più per preparare la finale del 17 all’Olimpico di Roma a 50 anni dal mitico Italia-Germania 4-3 dell’Azteca.
Per quanto riguarda la Serie A, nella giornata che inaugura la ripresa del campionato si giocheranno Torino-Parma e Verona-Cagliari, va solo stabilito quale sarà in programma alle 19:15 e quale alle 21:30 (o 21:45). L’indomani toccherà agli altri due recuperi della 25/a giornata, prima Atalanta-Sassuolo e poi in serale Inter-Sampdoria. Per la squadra di Conte è inevitabile la collocazione domenica sera poiché è una
potenziale finalista di Coppa Italia, e il Sassuolo deve scendere in campo nella stessa giornata perché nel turno successivo si gioca proprio Inter-Sassuolo. Insomma, il fischio d’inizio si avvicina e forse aiuterà Gravina a mettersi alle spalle un momento costellato “anche da una serie di piccoli accenni di grande amarezza, soprattutto legati alla capacità di relazionarsi”. “Sono venuti fuori i veri volti di tanti personaggi che ci circondano. Ho capito chi mi vuole bene e da chi invece è meglio guardarsi con grande attenzione – le parole del numero uno della Figc a Sky Sport24 -. I nomi li tengo per me, ma credo che siano abbastanza evidenti i confronti che ci sono stati in questo periodo. Io però so incassare e assimilo bene gli attacchi personali”.
E adesso che la ripartenza è certa, che “un po’ tutti siamo più sollevati da un peso che portavamo dentro da tantissimo tempo”, può togliersi altri sassolini dalle scarpe. “Abbiamo vissuto momenti di grande difficoltà e complessità in un mondo dove purtroppo siamo chiamati molto spesso a convivere col mecenatismo e col cialtronismo – l’affondo di Gravina -. Abbiamo dovuto oltrepassare i filosofi dell’ovvio, gli anfitrioni dell’emergenza, i sostenitori del ‘tutto non si può fare’, ma avevamo la consapevolezza che il calcio italiano dovesse ripartire“. Un calcio che secondo il presidente federale “esce in maniera rafforzata e armoniosa dalle turbolenze di questo periodo, caratterizzato da tensione e momenti di confronto dialettico” anche con le istituzioni.
L’auspicio ora è che si riesca a concludere la stagione, senza far ricorso alle modifiche di format pronte ad essere varate a via Allegri. “Con una sospensione momentanea faremo ricorso a playoff e playout – spiega Garvina -, in caso di interruzione definitiva bisognerà ricorrere a un algoritmo che approveremo prima della partenza del campionato. Lo proporremo al Consiglio Federale dell’8 giugno: terrà conto di diversi
fattori e sarà comunque legato ai risultati sul campo, a elementi oggettivi. Ci sarà la cristallizzazione della classifica, e l’algoritmo proietterà la classifica di quel momento alla fine del campionato”. Ma la Serie A intanto sa che tra meno di un mese si gioca – ANSA –