E chi poteva immaginare che la riservatezza tanto invocata dai prim’attori della vicenda Teramo Calcio, fosse violata in primis proprio da loro? Sta diventando quasi una barzelletta quella che rimane essere una cosa serissima, nella quale sono in ballo la città di Teramo in primis, il futuro della società calcistica nel professionismo, l’orgoglio della propria tifoseria ed il calcio inteso in senso lato. Perché, parliamoci chiaro, se in questa situazione non l’avrà vinta un pizzico di buonsenso, il mondo del pallone biancorosso dovrà essere pronto, per la seconda volta, a ripartire da zero e non dalla Promozione ma dal Campionato di Prima Categoria! L’oggetto del “contendere” è diventata la gestione dello Stadio “Gaetano Bonolis”, di pertinenza da sempre, e per altri 17 anni, della società “Cantagalli Appalti”. Franco Iachini, che nel frattempo aveva raggiunto le intese per l’acquisto del 100% delle quote della società Teramo Calcio srl, pone come condizione, o lo aveva fatto in camera caritatis ecomunque con colpevole ritardo nei confronti dell’opinione pubblica (almeno di quella), che la gestione dell’impianto divenga di pertinenza esclusiva del club. Vengono offerti 1.100.000 euro all’attuale gestore, oltre agli oneri per il rifacimento del manto erboso e dei necessari interventi di manutenzione dell’impianto. Traduzione: ballano ulteriori 1.500.000-1.600.000 euro! Luciano Campitelli, tra le righe, conferma che mai tale volontà era venuta meno da parte dell’acquirente ma, contestualmente, invita le parti a trovare un’intesa, perché lui, con il Teramo Calcio, ha comunque chiuso. E Sabatino Cantagalli? Rimette ogni decisione al post-acquisto della società calcistica, asserendo che i termini della proposta sono di pertinenza esclusiva dell’attuale presidenza. E’ come asserire, prima acquisti e poi tratteremo. Insomma una gran confusione, nella quale, come sempre, i prim’attori restano tali e la vittima è una soltanto. Teramo.