CHIETI – L’INCA CGIL di Chieti si unisce alla richiesta del Consigliere Regionale Luciano D’Amico per un’audizione immediata alla Commissione di Vigilanza del Consiglio Regionale dell’Abruzzo, presieduta da Sandro Mariani, sul funzionamento del “Supporto per la Formazione e il Lavoro (S.F.L.)”. La misura, prevista dall’art. 12 del d.l. n.48/2023, rischia di negare il sostegno a centinaia di cittadini abruzzesi a causa di criteri applicativi restrittivi e della mancata attivazione di corsi formativi da parte della Regione.
L’audizione è stata fissata per giovedì 3 aprile, alle ore 10, nella sala “Gabriele d’Annunzio” al secondo piano del palazzo dell’emiciclo a L’Aquila. Oltre a Luciano D’Amico, come relatore, ci saranno le audizioni di Tiziana Magnacca, assessore Regionale al lavoro, Daniele Russo, direttore provinciale Inps di Chieti (o suo delegato) e Franco Spina, Segretario Generale Cgil Chieti.
Il S.F.L. garantisce un’indennità di 500 euro mensili a nuclei familiari con ISEE inferiore a 10.140€, purché partecipino a percorsi di attivazione lavorativa. Tuttavia, la proroga al 31 dicembre 2025 è subordinata esclusivamente alla frequenza di corsi di formazione, escludendo chi svolge altre attività previste dalla legge (tirocini, orientamento, borse lavoro). In Abruzzo, l’assenza di tali corsi, imputabile alla mancata programmazione regionale, sta lasciando senza tutele centinaia di beneficiari.
“È inaccettabile che i cittadini abruzzesi paghino per l’inerzia delle Istituzioni – denuncia Giuseppe Visco, Direttore INCA CGIL Chieti –. La Regione non ha attivato i corsi, ma penalizza chi cerca di reinserirsi nel lavoro attraverso altri strumenti. Si rischia di interrompere un sostegno vitale per famiglie già in grave difficoltà. Bisogna necessariamente rivedere i criteri di proroga, estendendoli a tutte le forme di politica attiva del lavoro previste dalla legge, vanno inoltre individuate le responsabilità della Regione nell’attuazione carente del S.F.L. e del mancato finanziamento dei corsi”.
“Il Ministero del Lavoro deve intervenire dove la Regione fallisce – aggiunge Giuseppe Visco –. Chiediamo trasparenza e azioni concrete per evitare che intere famiglie cadano nell’indigenza. I diritti non possono dipendere dai confini regionali. Oltre 500 beneficiari in Abruzzo rischiano di perdere il sostegno economico entro i prossimi mesi, senza alternative per il reinserimento lavorativo. Se non si interviene, verranno promossi ricorsi collettivi e ci saranno mobilitazioni per tutelare chi è stato ingiustamente escluso”.