Presentato ieri, nella sala del consiglio comunale di Pescara, il programma delle iniziative del Premio Borsellino per il XXX° anniversario di Capaci e via D’Amelio. Il Sindaco Carlo Masci con l’assessore alla cultura Maria Rita Carota ha scandito un elenco ricco di 30 iniziative nelle scuole, nelle piazze e nei teatri di Pescara, Teramo e L’Aquila. Calendario che nasce da una collaborazione del Premio Borsellino con la giunta distrettuale abruzzese della Associazione Nazionale Magistrati rappresentato ieri dal giudice Barbara del Bono.
Tina Montinaro, moglie di Antonio, capo scorta di Falcone tornerà in Abruzzo con la sua Quarto Savona 15. Il generale dei carabinieri Angiolo Pellegrini, braccio destro di Falcone. Don Aniello Manganiello e Padre Maurizio Patriciello che trovano nella fede le ragioni per combattere la camorra a viso aperto. Il coraggioso testimone di giustizia Luigi Leonardi. Il giudice Piergiorgio Morosini che fece arrestare e condannare gli stragisti del 1992. Il giornalista neo direttore de L’Espresso Lirio Abbate. Pinuccio Fazio, il padre del giovane Michele ucciso da un proiettile vagante della sacra corona unita. E tanti altri si alterneranno per ricordare soprattutto ai più giovani che “Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”.
Il tema dei 30 incontri è “Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”. E’, come noto, una frase che Giovanni Falcone amava dire che ci insegna che ognuno di noi è responsabile e può fare la differenza.Una frase che ancora oggi è un invito a studentesse e studenti a partecipare attivamente alle iniziative in memoria dei giudici Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Francesca Morvillo e degli agenti di scorta Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Rocco Dicillo, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Antonio Montinaro, Vito Schifani e Claudio Traina, uccisi da Cosa Nostra nel 1992. Commemorazioni come quella del 23 maggio, anniversario della Strage di Capaci, hanno il valore di riunirci tutti quanti per onorare donne e uomini che hanno perso la vita in difesa della democrazia. Hanno il senso di farci riscoprire e ritrovare come comunità solidale e coesa, con una coscienza civile che rifiuta l’odio, la mafia, la criminalità. Questo trentesimo anniversario delle stragi del ’92, è dedicato alla memoria di tutte le vittime delle mafie: donne e uomini delle istituzioni, sindacalisti, politici, giornalisti, semplici cittadini che hanno sacrificato la vita per costruire un Paese libero dalla criminalità organizzata.
“Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”. Qualcuno diceva che le idee, a differenza dei fragili uomini che se ne fanno portavoce, non sanguinano e sono a prova di proiettile. Per questo, quando si perde una persona di grande spessore, il dolore può essere mitigato dalla considerazione che l’esempio che questa ha lasciato dietro di sé potrà vivere molto più a lungo. Le persone possono dare vita a nuove generazioni, è vero, ma scientificamente nessun individuo potrà mai risultare identico ad un altro. Ma anche qui le idee ci vengono miracolosamente in soccorso: loro, se sono valide e nobili, non mutano, non si corrompono, non si sgretolano. Restano fieramente in piedi fino alla vittoria, anche se il suo raggiungimento è lontano anni luce, anche se gli ostacoli diventano via via più minacciosi. Giovanni Falcone credeva con tutto se stesso che prima o poi la vittoria si sarebbe resa visibile. 30 anni dopo noi crediamo ancora nello stesso sogno. Sarà che le idee sono sopravvissute al tritolo. E che continuano ad essere quelle giuste. “Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”.