CHIETI – È stato presentato, nella prestigiosa sede del museo archeologico nazionale di Villa Frigerj, a Chieti, il nuovo stemma della Regione Abruzzo. La composizione grafica del nuovo stemma della Regione Abruzzo, approvato con una specifica legge dal Consiglio regionale, consiste in uno scudo sannitico interzato in sbarra d’argento, di verde e d’azzurro, sul quale è posto il Guerriero di Capestrano, rappresentato a figura intera, in forma stilizzata. I tre colori rappresentano, nell’ordine, le cime innevate del Gran Sasso, della Maiella, del Sirente, del Velino e dei contrafforti appenninici, i boschi, le colline ed il Mar Adriatico. Al di sopra dello stemma è posta la denominazione “REGIONE ABRUZZO ” in lettere maiuscole d’oro. Sotto lo scudo è indicato il motto ‘GENTIVM VEL FORTISSIMARVM ITALIAE’ in caratteri maiuscoli.

“La scelta di inserire la figura del Guerriero di Capestrano, simbolo identificativo dell’intero popolo abruzzese forte e gentile, nel nuovo Gonfalone della Regione Abruzzo rappresenta al meglio il superamento di tutti i campanilismi territoriali e l’unione della popolazione. Esattamente ciò che ha caratterizzato il Governo Marsilio, forse il più unitario che abbia mai avuto la nostra terra. Oggi lo abbiamo consegnato ufficialmente al Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo affinchè cominci il suo viaggio istituzionale di conoscenza”. Ha detto il Presidente del Consiglio della Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri nel corso della conferenza stampa indetta nel Museo con il direttore Patrizia Colarossi e il Presidente della giunta regionale Marco Marsilio per la consegna ufficiale del nuovo Gonfalone.

“Lo stemma che la Regione Abruzzo adottò nel 1986, oggetto della nostra modifica con la Legge regionale numero 59 del 27 dicembre scorso – ha ricordato il Presidente Sospiri – è rappresentato da uno scudo sannitico, con bordatura color oro, su cui sono applicate tre fasce trasversali di diversi colori: il bianco a rappresentare le montagne innevate; il verde a rappresentare la fascia collinare e i parchi abruzzesi, tra cui tre parchi nazionali; l’azzurro a rappresentare il mare Adriatico. Tale composizione è stata mantenuta nel nuovo stemma previsto dalla Legge regionale numero 13 del 27 luglio 2022, che ha operato l’innesto all’interno dello scudo sannitico del ‘Guerriero di Capestrano’. Perché il Consiglio regionale ha però deciso di apportare una modifica all’immagine? Perché avevamo un simbolo sicuramente rappresentativo, ma al tempo stesso incompleto, mancante di un elemento identitario che fungesse da richiamo della storia del territorio e del popolo abruzzese, in aggiunta alla connotazione geografica e morfologica della regione Abruzzo. Nell’individuazione di quel simbolo la scelta naturale è stata quella del Guerriero di Capestrano, che è l’immagine del re Nevio Pompuledio, il più celebre guerriero piceno, le cui tracce risalgono a 2.800 anni fa, quando hanno popolato le Marche e gran parte dell’Abruzzo. Gli autori antichi che ci hanno tramandato il nome del popolo li hanno anche caratterizzati come forti guerrieri. Gentium vel fortissimarum italiae (delle genti più forti d’Italia) lo storico Plinio il Vecchio ha così definito le genti abitanti nei territori della nostra Regione. Il Guerriero di Capestrano, che rappresenta un celebre guerriero italico, è dunque icona simbolo delle genti abruzzesi e della loro identità. Un elemento che serve a mettere insieme fierezza, orgoglio e sensibilità di popoli che sono divenuti uno solo, partendo da una chiave comune: forza e gentilezza. E proprio il compito di un simbolo è quello di ‘unire’ e avvicinare persone, famiglie o città. Partendo da tale volontà ci siamo affidati alla maestria di un grande artista come Mimmo Paladino che ha creato una figura stilizzata perché il nostro intento è stato quello di creare una sorta di continuità tra l’antico ed il moderno, tra la storia e la realtà attuale che ci è stata rappresentata con linguaggio artistico nuovo. Non volevamo soffermarci solo sulla storia, in quanto lo stemma deve essere all’avanguardia, ed esprimere la modernità, l’evoluzione e lo sviluppo delle genti abruzzesi”.

“Oggi, idealmente – ha aggiunto il Presidente Sospiri -, consegniamo agli abruzzesi il nuovo Gonfalone, e gli chiediamo di farlo proprio. Finalmente anche l’Abruzzo ha rappresentato nel proprio emblema regionale un elemento identificativo. Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito alla ricerca storiografica e culturale per la realizzazione del nuovo stemma, tutti gli uffici del Consiglio regionale con la dottoressa Paola Oddi che ne hanno permesso la realizzazione e la predisposizione normativa dell’aggiornamento, i miei colleghi Consiglieri che ne hanno permesso l’approvazione della legge, infine, il maestro Mimmo Paladino, artefice dell’attuale idea grafica e artista contemporaneo riconosciuto come principale esponente della Transavanguardia italiana. Grazie, infine agli abruzzesi, con l’auspicio che tutti noi siamo uniti nell’amore per la nostra terra e che rappresentiamo al meglio quelle ‘genti più forti d’Italia’, che Plinio il Vecchio descriveva e la cui citazione abbiamo voluto imprimere in calce all’immagine. Ritengo che la nostra sia stata la legislatura che ha definitivamente superato i campanilismi che ormai esistono solo nella narrazione scherzosa. Il Governatore Marsilio è stato il Presidente che ha superato tale ostacolo e ha saputo unire tutto l’Abruzzo, valorizzando le singole peculiarità, da oggi gli Abruzzesi hanno un motivo in più per sentirsi uniti in una sola grande terra”.

“Un nuovo stemma della Regione è un simbolo identitario – ha spiegato il Presidente Marsilio – non è un qualcosa che si modifica ogni giorno. Del resto, lo stemma originario era stato individuato nel 1986 e non è stato affatto un percorso semplice. Ci sono altre Regioni, oltre all’Abruzzo, che, non avendo avuto nel periodo preunitario una propria bandiera, un proprio Stato, un proprio vestillo antico, sono state costrette a ricercare un proprio simbolo, come ad esempio il Lazio. L’Abruzzo ha dovuto, in qualche maniera, costruire una sua iconografia, una sua identità e così i tre colori del bianco delle montagne, del verde delle colline e dell’azzurro del mare sono entrati a far parte pienamente del nostro patrimonio identitario. Mancava però quel quid, quel qualcosa che aiutasse a superare certe contrapposizioni del passato. Pertanto, ringrazio il presidente Sospiri e tutto il Consiglio, ricordando che ad approvare il nuovo stemma, con l’indicazione di inserire il guerriero di Capestrano e di affidare poi alla Sovrintendenza e al maestro Paladino il compito di realizzarlo nella maniera migliore, è stato l’intero Consiglio regionale”. Marsilio ha poi concluso auspicando che “questa nuova immagine, nuova e antica allo stesso tempo, perché è una delle immagini più antiche che rappresentano la civiltà dei popoli italici che si erano stabilite nell’attuale territorio dell’Abruzzo, ben prima di Roma, possa davvero riscaldare i cuori di tutti gli abruzzesi e ci faccia sentire più uniti”.