TERAMO – Chiude il mercato: è una tappa della stagione. Mungo va via? Probabilissimo. Un altro arriverà? Probabile. Perdi a Imola anche non giocando benissimo ma senza meritarlo? E’ da leggere bene tra le righe, per capire il o i perché. Si incavola e di brutto Massimo Chierchia e ci si potrebbe immaginare di tutto? Ci crediamo poco ma va detto che il presidente, nero-carbone a fine partita, era già di un marcato grigio-topo al termine dei primi 45 minuti, nonostante il Teramo avesse costruito la più nitida delle palle goal di tutta la gara proprio in quella frazione: l’azione, avviata da Hadziosmanovic e rifinita da Malotti, era non perfezionata come avrebbe potuto comodamente fare, da Bernardotto. Decisamente troppo poco, comunque, a fronte di almeno due conclusioni pericolose di Lombardi (Alessandro) e di altrettante situazioni pericolose create da Cerretti e da Balloni.
Se al riposo il nulla di fatto stava stretto alla formazione di casa, è nella ripresa che il Teramo ha invece perso la partita, quando l’ha giocata meglio o meno malamente, fate voi, e in dieci, per un doppio giallo a Forgione a 12 minuti dal termine, extra time escluso. Nel calcio una “giocata” può nascere in qualsiasi momento, anche per una serie di leggerezze della difesa teramana, che manda a nozze il freschissimo Lombardi jr (Luca), classe 2002, al primo goal tra i pro, il quale trafigge a tempo scaduto l’incolpevole Perucchini.
Post-gara. E’ gelo in casa biancorossa, un clima vissuto direttissimamente, seppur casualmente. Succede che per accedere in sala stampa, trovo campo libero da un ingresso evidentemente sbagliato, che mi conduce però negli spazi antistanti gli spogliatoi del Teramo. Lì, tra tantissimo verde che dovrebbe riconciliare anche con la serenità interiore, c’era un trio che sereno non lo era proprio, anzi… Massimo Chierchia, Sandro Federico e Federico Guidi. Non era tanto importante ascoltare quel che si dicevano: bastava osservare a distanza le loro mimiche. Da un lato ipotizzabili “capi di accusa” e, dall’altro, naturali e “verdi” difese: fatto sta che l’aria era pesante e che il mister, uscito per salutare la sua famiglia che lo attendeva all’esterno con molto ritardo, nell’incrociarlo non lo abbiamo visto proprio come di solito appare.
Alla società non sono piaciute le sue scelte iniziali, almeno ieri, e saranno state chieste le motivazioni, come compete ad una proprietà: insomma, se fino allo splash con l’Entella la squadra era quella che era, oggi non lo è più, o non lo sarebbe più, almeno per chi pretende risultati diversi continuando ad onorare quel che deve ed avendo inserito in organico giocatori di natura tattica, proprio come voluti dal mister.
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