TERAMO – Prima di addentrarci nella disamina dei risultati, consentitemi di ricordare, anche se da signor “nessuno”, un grande che se ne è andato via. In questi quarant’anni siamo cresciuti con le sue finezze calcistiche che ci hanno deliziato: Diego Armando Maradona, il più grande, con Pelè, della storia del calcio mondiale. Hanno parlato in tanti, anche personaggi importanti: sono state dette dette cose belle ma anche tante cattiverie, che in questo triste momento potevano risparmiarsi, perché Diego era figlio del popolo, come lo siamo noi: è così che vogliamo partecipare per omaggiarne il ricordo. E’ morto un uomo dal cuore immenso, spesso circondato da personaggi inquietanti. Nella vita non sarà stato uno stinco di Santo, sbagliando molto, ma non ha mai fatto del male, se non a se stesso.
Adesso torniamo all’attualità. La tredicesima di andata del campionato, avrebbe dovuto registrare risultati scontati sulla carta che così non sono stati. A Vibo Valentia la Ternana ha sofferto: i locali hanno tenuto in scacco le fere fino a dieci minuti dal termine. Per settanta i rossoverdi sembravano agnellini impauriti dalle scorribande locali: le sostituzioni hanno poi fatto la differenza. Sostanziose quelle umbre, molto meno quelle dei calabresi. Poi anche mister Galfano ci ha messo del suo, sostituendo troppo presto Plescia e Berardi, autentiche spine nei fianchi degli ospiti dando così modo alla Ternana di riversarsi in massa nella metà campo rossoblù.
Dalla trasferta di Francavilla il Teramo torna con un punto. Inizialmente subisce la partenza sparata dei pugliesi, prende gol e rischia di subirne un secondo, ma Lewandoski c’è stato sempre. Poi, pian pianino, i biancorossi hanno preso le misure, pareggiando con uno schema collaudato, palla da fondo campo di Costa Ferreira indietro per Di Francesco che, tagliando in orizzontale (da destra, copiando Ilari) la mette dentro. Nella ripresa viene fuori l’organizzazione tattica e la bontà tecnica di tutta la squadra e l’entrata di Lasik a destra e lo spostamento di Diakite al centro al posto di Piacentini (ottima mossa) accrescono la qualità del gioco sulla fascia in continuo appoggio, trasformando il modulo in 3-4-3 e per il Francavilla sono stati dolori. Attacco a senso unico fino al termine e Crispino sugli scudi per un paio di parate decisive.
Il Bari, sotto il diluvio, vince di misura (1-0) contro il Catanzaro con il solito Antenucci (500 presenze tra i professionisti), dopo un’azione insistita di Citro sulla trequarti: il bomber, di destro, con un gran tiro, la mette dentro. Al termine di una gara tirata e sofferta il Catanzaro prova a replicare in contropiede ma i galletti sono stati determinati, rabbiosi, decisi a rimanere incollati alla Ternana.
Il Palermo di Boscaglia liquida il Monopoli con un perentorio 3-0: sugli scudi Almici, Marconi e Saraniti. Una vittoria di platino per risalire la classifica e rinvigorire sia l’autostima, sia lo spirito di rivalsa, cancellando la beffa del recupero con la Turris.
Continua a salire il Foggia; vince anche a Viterbo con un gol di Rocca al 65° su rigore, alimentando sogni di grandezza: sesto posto e 18 punti in cascina. La Viterbese è in caduta libera. Lo stitico attacco e la mancanza di gioco, non danno molte speranze future, almeno per ora. Al mercato di riparazione vanno rivisti molti ruoli. Con un gol all’85° di Carillo, di testa, su angolo battuto da Bordin, la Casertana espugna Cava dei Tirreni: è una vittoria meritata per i ragazzi di Guidi che con il passare dei minuti sono cresciuti, sfiorando anche il raddoppio. Per il Potenza non basta l’ottava rete di Cianci al 10′, su calcio di rigore, per battere a domicilio il Bisceglie: la rete di Mansur al 66′ ristabilisce la parità. Terzo pareggio di fila, in rimonta, per la squadra di Bucaro con la “cura Capuano” che tarda a produrre effetti positivi; di contro il punticino consente al Bisceglie di alimentare la fiamma della speranza di riuscire ad abbandonare la zona play-out.
Vince il Catania ad Avellino. L’autorete di Miceli e la rete di Pecorini portano i rosso-azzurri sul 2-0 e l’ininfluente rete al 90° di Maniero non addolcisce la pillola amara della sconfitta. La squadra etnea ha creato tantissimo e nelle ultime tre gare ha conseguito 7 punti. Sono tempi duri per Braglia e i suoi lupi. Squadra lenta e sterile: 2 punti in 4 partite sono un andazzo da play-out.
La Juve Stabia non decolla mai. Romero porta in vantaggio le “vespe” ma Mendicino li raggiunge: la Paganese meritava di più. Trascinata dall’eterno Scarpa e da Diop, più volte ha sfiorato il raddoppio anche se, per lo Stabia, Codromaz, sul finire, di testa centra il palo: finisce 1-1.
Non ha giocato la Turris, che ha osservato il proprio turno di riposo.
Considerazioni finali. La Ternana non ha già vinto il campionato anche se si è portata molto avanti: il torneo è lungo e i nostri “diavoli” sono sempre più convincenti, nella consapevolezza dei loro miglioramenti tecnico-tattici e fisici che accresceranno le loro potenzialità.
Complimenti a mister Paci. Continuiamo così e….mai dire mai. Alla prossima settimana – Diego Di Feliciantonio