TERAMO – “Ho assistito nei giorni scorsi ad una manifestazione del contenitore ‘Virtù estive’, laddove la società Point Costruzioni – in qualità di sponsor dell’evento – ha tessuto un elogio della sostenibilità economica ed ambientale, concetto condiviso trasversalmente da tutta la cittadinanza e declinato dalla medesima società in termini di priorità per il recupero e il restauro degli edifici esistenti, piuttosto che nell’ulteriore cementificazione e consumo di suolo del territorio. Peccato, però, che il Comune di Teramo predichi bene sulla sostenibilità, ma razzoli molto male”. E’ il Consigliere comunale Osvaldo Di Teodoro, del gruppo ‘Cittadini in Comune’, a commentare le iniziative dell’Amministrazione in materia urbanistica e di ‘cementificazione’ a discapito dell’aspetto commerciale del centro storico.
“Il primo cittadino in carica verrà ricordato come il Sindaco dello slittamento del Capoluogo verso il mare e come il Sindaco dell’abbandono della città. Torno infatti a sottolineare come la Giunta comunale di Teramo ha da poco approvato una Variante al Piano Integrato di Intervento concernente la località Piano d’Accio, laddove l’Amministrazione intende consentire sia la realizzazione di nuovi immobili destinati ad attività ricettive alberghiere ed extra-alberghiere, sia soprattutto la realizzazione di nuovi centri commerciali (essendo stata autorizzata la nuova edificazione di alberghi per un volume complessivo di metri cubi 22.821 ed un’altezza massima di 21,5 metri, nonché la nuova edificazione di centri commerciali per un volume complessivo di metri cubi 14.023 ed un’altezza massima di 14,5 metri). Anche le tempistiche sono sospette – incalza il Consigliere –: recentemente la Regione Abruzzo ha comunicato l’avvio dell’iter per la costruzione del nuovo ospedale di Teramo a Piano d’Accio e contestualmente il Comune ha tirato fuori un vecchio progetto edificatorio sulla medesima località (che era fermo da 12 anni, essendo risalente al 2010) e ne ha autorizzato la realizzazione. La volontà politica di abbandonare il centro storico è nei fatti, non occorrono altre parole per giustificarsi o per eludere la problematica. Ho detto e ripeto che la recente apertura del nuovo edificio del Globo e dell’Oasi alla Gammarana, laddove fra breve verranno ulteriormente ad aggiungersi i nuovi immobili commerciali del Gruppo Gabrielli, già rappresenta un consistente aumento della superficie di grande distribuzione che concorre ad indebolire il tessuto commerciale della città”.
“Perseverare in questa miope politica di inaridimento del cuore di Teramo è un errore che occorre contrastare apertamente: l’opera di spoglio della città e di spostamento progressivo verso la costa non incontra alcuna fattiva volontà di bilanciare la situazione in favore del centro storico e delle zone più interne. Insisto nel rimarcare i costanti dinieghi e/o inerzie che l’Amministrazione ostenta – sostiene Di Teodoro – in riferimento ad almeno dieci iniziative che darebbero nuove prospettive e nuova linfa al centro: il bus navetta dal parcheggio di piazzale San Francesco a piazza Martiri; il centro logistico da realizzare nel medesimo parcheggio per sgolfare il centro storico dai corrieri; la riqualificazione del cortile dell’Archivio di Stato da aprire al pubblico (già autorizzata dal Ministero su nostra iniziativa); la riqualificazione del giardino dell’ex Regina Margherita (anch’essa già Autorizzata dalla ASP proprietaria sempre su nostra iniziativa); la riqualificazione a parcheggio dell’ex mercato ortofrutticolo di Campo Boario; la rimodulazione del mercato settimanale; il sondaggio sull’ubicazione del nuovo ospedale di Teramo; la realizzazione di un ristorante Mc Donald’s a ridosso delle mura cittadine; la destinazione del Castello Della Monica a location integrata per cerimonie e tante altre possibilità, puntualmente proposte dal mio Gruppo civico e formalizzate in altrettante mozioni che hanno sempre trovato una immotivata resistenza da parte della maggioranza”.
“Inoltre, per tornare al concetto di sostenibilità tanto sventolato dall’Amministrazione – scrive ancora il rappresentante di Cittadini in Comune – il Sindaco dovrebbe spiegarci come si concili la sostenibilità con la cementificazione consistente ed ulteriore della località Piano d’Accio, nel momento stesso in cui permangono gli scheletri urbani esistenti in città da decenni e rappresentati da numerosissimi edifici pubblici e storici abbandonati e degradati che offendono sia l’urbanistica che il decoro: Vecchio Stadio comunale in Circonvallazione Spalato; ex Asilo in Via Masci; ex Museo Archeologico ed ex Sala San Carlo in Via Delfico; ex Mercato coperto in Piazza Verdi; ex Istituto Regina Margherita in Piazza Dante; Casa dello Sport ed ex Ospedaletto in Via Taraschi; ex Convento di San Domenico, ex edifici ASL ed ex UTAP in Corso Porta Romana; ex Collegio Ravasco in Viale Cavour; ex Università in Viale Crucioli ed edifici annessi in Viale Cavour; Convento di San Giovanni in Piazza Verdi; ex Scuola Savini; ex Scuola San Giuseppe; ex Municipio in Piazza Orsini; ex Casa dello studente in località Coste Sant’Agostino; ex Mercato ortofrutticolo in Via Campo della fiera; ex Scuole comunali a Colleatterrato Alto, Villa Pavone, Viola, Putignano, Colleminuccio, Varano, ecc.; ex edifici sanitari in Contrada Casalena; ex manicomio a Porta Melatina; ex Centro di salute mentale in località Fonte della Noce; ex quartierino medievale in Via De Lellis; edificio storico del Tiro a Segno in località Acquaviva; ex Centro diurno della ASL in Via Nicola Palma; ex Sala espositiva comunale nella Torre Bruciata di Via Antica Cattedrale; ex Dispensario in Viale Crucioli; due capannoni comunali in Via Orto Agrario (dietro alla chiesa della Madonna delle Grazie); edifici comunali abbandonati in Vico del pensiero, Via Stazio e Piazzetta del Sole; ecc., ecc. Un elenco infinito che fa pensare più ad una guerra e alla devastazione che ne consegue, piuttosto che ad una città viva che abbia desiderio di sviluppo”.
“In questo contesto cittadino desertificato, sono ben lungi dal voler polemizzare con altri imprenditori – precisa Di Teodoro – categoria alla quale appartengo da oltre 40 anni, ma mi vedo costretto a precisare alcune circostanze al dott. Franco Iachini, il quale difende legittimamente i suoi investimenti a Piano d’Accio. Egli sostiene che lo scrivente sia un ‘Consigliere Comunale che apparteneva alla maggioranza che ha approvato il P.I.I. di Piano d’Accio del 2010’. Purtroppo il mio impegno al servizio della città è iniziato solo nel 2018, quando per la prima volta mi sono presentato agli elettori e sono stato eletto consigliere comunale, per cui spiace dover declinare tale accusa. Iachini prosegue sostenendo che la nuova edificazione commerciale a Piano d’Accio ‘è rimasta incompiuta finora, e vedere che si generano subito atteggiamenti non costruttivi alle attività imprenditoriali che hanno il solo scopo di rilanciare il territorio e *riacquisire* quegli abitanti che – come il Consigliere Comunale riferisce – sono andati via da Teramo, fa pensare che abbiamo bisogno di una classe politica illuminata e non interessata a pochi tornaconti’. Lo scrivente non sarà certo illuminato, ma escludo di essere mai stato interessato ad alcun tornaconto, perché ho sacrificato oltre 4 anni di vita nello studio e nelle proposte per il miglioramento di Teramo, studi e proposte che ho formalizzato, scritto, depositato, discusso e difeso strenuamente nel dibattito pubblico, per cui non posso pretendere la riconoscenza di chiunque, ma perlomeno esigo per onestà intellettuale che mi venga riconosciuto l’impegno disinteressato di un cittadino innamorato del proprio capoluogo”.
“Iachini conclude così: ‘Piuttosto che criticare le iniziative, il compito di un Consigliere Comunale è quello di rilanciare l’intera collettività piuttosto che difendere piccole corporazioni’. Il sottoscritto non difende piccole corporazioni, bensì un tessuto di circa 400 esercizi commerciali insistenti nel centro storico cittadino, esercizi che sviluppano circa mille posti di lavoro, minacciati quotidianamente dal fatto che l’Abruzzo detiene il primato nazionale per le metrature dedicate alla grande distribuzione e che il Comune intende ampliare ulteriormente tali metrature, quando occorre piuttosto recuperare per prime tutte le strutture vuote e abbandonate che ho sommariamente elencato, e solo poi eventualmente pensare ad ulteriori edificazioni e ad ulteriori cementificazioni che non rispondono per nulla al concetto di sostenibilità che il Comune a parole finge di difendere. A Iachini e agli amministratori comunali voglio umilmente ricordare che ‘la superbia andò a cavallo e tornò a piedi’”, conclude il Consigliere comunale Osvaldo Di Teodoro.