Il vassallo diventava così il responsabile di un feudo acquisendo il diritto di goderne i frutti ed i benefici, in altre parole il comando delle terre, dei braccianti e dei castelli. In cambio i vassalli garantivano piena obbedienza al loro Re. I vassalli a loro volta potevano nominare i valvassori, altri nobili di rango inferiore, che diventavano loro fedeli e gestivano parte dei possedimenti. Il valvassore (etimologicamente, dal latino: vassus vassorum) era quindi un vassallo non direttamente dipendente dal sovrano ma da un altro vassallo. Infine c’erano i valvassini, ultimo gradino della piramide, scelti dai valvassori che potevano ancora suddividere ed investire altri nobili di rango più basso. Questa ragnatela di potere permetteva di controllare il territorio e di padroneggiare la servitù della gleba.
A Pietracamela, che ricordo ha origini medievali, circa quindici giorni fa si è consumata l’ennesima rievocazione storica. Alcuni dei consiglieri dell’amministrazione separata degli usi civici (Asbuc) si sono dimessi senza preavviso nel giro di qualche giorno gli uni dagli altri. Ricordo che non è vietato, ma l’educazione vuole che le dimissioni almeno siano annunciate o comunicate con preavviso al presidente, e non inviate un sabato sera ad ente chiuso ed in maniera furtiva e subdola. Quasi ci fosse stato un diktat sovra naturale che ha folgorato sulla via di Damasco i soggetti in questione. E non vale la giustificazione “il momento che stiamo vivendo pieno di difficoltà, con la seggio-cabinovia chiusa non deve dividere ma unire per risolvere i problemi perché viviamo, lavoriamo in questi luoghi”. Ricordo che a Pietracamela ci vivono e ci lavorano tante persone i cui diritti devono essere tutelati, come tutti gli altri e non adottare un comportamento egoistico, personale, ma comunitario. Scappare dai problemi sopra tutto per ordini di scuderia, non fa bene né al territorio né alle persone. Anzi giustifica e da modo a persone senza scrupoli di insinuarsi nel tessuto sociale per trarne vantaggi personali e depredare il territorio. Se non si capisce questo, è inutile poi parlare, disperarsi, e criticare lo stato delle cose. I fautori del destino, del successo o del regresso del nostro territorio siamo noi, che siamo stati chiamati per volere del popolo ad amministrare e a difendere il comprensorio in cui viviamo. Pietracamela – Prati di Tivo, è famosa per i tanti problemi mai affrontati o creati anche da una mala gestio della cosa pubblica. Da sempre a Pietracamela si sono stesi tappeti rossi a persone estranee al nostro contesto sociale, ritenendo quasi che tra noi non ci fossero persone degne di dare un impulso positivo, sviluppo, al nostro contesto sociale. E’ ora di svegliarsi “l’occhio del padrone ingrassa il cavallo” non possiamo più demandare ad altri decisioni che avremmo dovuto prendere in prima persona già da molti anni. Io sono legato e lo sarò sempre a Pietracamela sia per la storia dei miei avi sia per l’innegabile bellezza del luogo – Presidente Asbuc di Pietracamela e Prati di Tivo Paride Tudisco –